Sarà notificato anche al Ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali oltre che all’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia il decreto di sequestro probatorio di un ulivo infetto da Xylella, eseguito sabato scorso a Monopoli, presso la Masseria Caramanna. Il Ministero, infatti, è ritenuto dalla magistratura barese la persona offesa dal reato. I Carabinieri forestali, su disposizione del pm barese Domenico Minardi, hanno sequestrato sabato scorso l’ulivo e l’intera particella agraria, prescrivendo al conduttore dei terreni, nominato custode dei luoghi, che «ogni accesso al fondo per la materiale conduzione agricola e rispetto delle vigenti normative in materia di emergenza Xylella, dovrà essere concordata con l’autorità giudiziaria per la relativa autorizzazione, durante il periodo di vigenza del sequestro». Nell’indagine della Procura di Bari si ipotizzano, al momento a carico di ignoti, i reati di diffusione di malattia e diffusione di notizie e tendenziose tali da poter turbare l’ordine pubblico.

I fatti illeciti ipotizzati dal pm sarebbero stati commessi fino al maggio 2019, quindi prima che la pianta infetta fosse sottoposta ad analisi. Stando a quanto accertato dalle indagini, l’albero è risultato infetto dopo le analisi eseguite nel dicembre scorso dai tecnici dell’Osservatorio regionale fitosanitario, che ne hanno disposto l'eradicazione con provvedimento del 10 gennaio scorso.
Il provvedimento di sequestro probatorio si è reso necessario "al fine di assicurare - si legge nel decreto della magistratura barese - una delle fonti di prova dei reati, in funzione di successivi accertamenti tecnici rappresentati da indagini di consulenza e studio delle modalità di gestione della emergenza della Xylella fastidiosa, salvaguardare l’integrità della res stessa e scongiurarne, così, il pericolo di dispersione, stante l'estirpazione disposta dall’amministrazione regionale, di modificazione, di manomissione o di alterazione»

Il sequestro probatorio di un albero di ulivo infetto da Xylella a Monopoli è stato disposto dalla magistratura barese per consentire lo svolgimento di una consulenza tecnica «le cui operazioni sarà cura di questa Procura vengano effettuate in tempi e con modalità del tutto compatibili con il provvedimento di eradicazione disposto dal competente organo della Regione, la cui legittimità/liceità non è posta in discussione dal decreto di sequestro». Lo precisa la Procura di Bari.
«Il provvedimento, che ha ad oggetto un solo albero di ulivo ed è stato disposto in relazione ai reati di diffusione di malattie delle piante e pubblicazione o diffusione di notizie atte a turbare l’ordine pubblico - spiega in una nota l’ufficio inquirente - è in funzione esclusivamente probatoria connessa, tra l’altro, allo svolgimento di consulenza tecnica».

In premessa la nota dei magistrati baresi fa riferimento alla pubblicazione di «commenti del tutto inadeguati sia in ordine ai presupposti del provvedimento sia in relazione agli scopi di esso, con riferimenti ad iniziative autonome e separate di altre Procure e ad asseriti esposti 'di qualche santone o negazionistà che, si sostiene, troverebbero 'sponde anche nelle Procurè».
«La Procura di Bari - prosegue la nota - rivendica ancora una volta il potere/dovere di garante della legalità sul circondario, in un ambito particolarmente esposto e 'sensibilè quale quello della tutela ambientale, fonte di preoccupazione per tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia dell’habitat naturale del territorio, ma anche dei rappresentanti e degli esponenti dell’imprenditoria agricola, e richiama il principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale che impone l'approfondimento delle notizie di reato che pervengono».

LA MANIFESTAZIONE DI IERI - Sono saliti a 1,2 miliardi i danni provocati dal diffondersi della Xylella fastidiosa, il batterio che provoca il rapido disseccamento dell’olivo, che avanza inesorabilmente in Puglia dove è comparsa per la prima volta nell’ottobre del 2012. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione in occasione della manifestazione degli agricoltori scesi in piazza a Monopoli.

A questo punto, secondo l'organizzazione agricola, «serve un deciso cambio di passo con risorse per gli agricoltori colpiti e le necessarie "eradicazioni chirurgiche» che - sottolinea la Coldiretti - se fossero state fatte prima avrebbero risparmiato alla Puglia e all’Italia questa situazione drammatica. In questo contesto - sostiene Coldiretti - è importante la presentazione alla prossima conferenza Stato Regioni del decreto per far partire il piano di interventi per fermare la Xylella fastidiosa in Puglia che il ministro per le Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio ha annunciato alla manifestazione della Coldiretti a Roma.

Di fronte ad uno scenario apocalittico la tempistica è essenziale, affinché le linee programmatiche entrino in vigore almeno in funzione della ripresa vegetativa per consentire i reimpianti, gli innesti e favorire adeguamenti e programmazione delle attività dei frantoi».

La Procura di Bari avrebbe disposto il sequestro dell’ulivo che è risultato infetto dal batterio della Xylella nelle campagne di Monopoli. La notizia, diffusasi on line, è confermata dal portavoce del coordinamento dei Gilet arancioni, Onofrio Spagnoletti Zeuli, che in una nota definisce "il sequestro dell’albero infetto, insieme a tutto il campo, probabilmente a causa di un esposto di qualche santone e negazionista», una «notizia gravissima» che ci preoccupa per le ripercussioni nella lotta al batterio in provincia di Bari».

«Assistiamo - aggiunge - al sequel del film registrato in Salento con i sequestri iniziali che diedero il via all’avanzata del batterio». «Il proprietario della pianta - aggiunge - ha fatto regolare richiesta per l’eradicazione, quindi il sequestro proviene sicuramente dall’esposto di qualche santone e dalle sponde che questi personaggi riescono a trovare anche nelle Procure. Sarebbe un fatto gravissimo perché inizierebbero da subito i rallentamenti nel contrasto al batterio che rischia di distruggere il nostro territorio».

Per Spagnoletti Zeuli, «non è più rinviabile una legge speciale da parte del Ministro Centinaio che consenta il taglio delle piante infette, immediatamente dopo aver avuto con certezza il risultato positivo dell’analisi». Auspichiamo che la magistratura persegua invece tutte quelle persone, così come da esposto presentato nei mesi scorsi da Italia Olivicola ed Anve, che in questi anni con i loro atteggiamenti, i loro folli esposti hanno attentato al nostro patrimonio olivicolo e alla nostra economia».

FITTO: COLPA DI EMILIANO E M5S - «Gli agricoltori pugliesi sono stati costretti a scendere per l’ennesima volta in piazza, oggi a Monopoli, per far sentire la loro voce e la loro rabbia contro chi ha precise responsabilità, chi questa situazione non solo non l’ha risolta, ma l’ha aggravata. L’agricoltura pugliese è in ginocchio per precise e responsabilità sia del Presidente della Regione Emiliano (che prima ha cavalcato irresponsabilmente la demagogia contrastando il Piano Silletti e poi ha disastrato l'agricoltura pugliese con politiche regionali fallimentari. A dirlo è persino il suo assessore dimissionario), sia del Movimento 5 Stelle che ha sfornato in questi anni tante di quelle teorie anti-scienza che possono plasticamente essere rappresentate dal parlamentare che ha preso dimora su un ulivo monumentale infetto». Lo afferma in una nota il presidente di DIt e vicepresidente dell’ECR Group, Raffaele Fitto.
«Sarà per questo - aggiunge - che ieri il ministro Lezzi ha ben pensato di 'proteggerlò. Siamo all’assurdo! Otto mesi fa, insieme al collega Paolo De Castro, abbiamo presentato un Piano di interventi completo per provare ad intervenire su questo disastro». «Avevamo avuto un primo sì dalla UE, ma anche un sì dal presidente Emiliano e il ministro Centinaio… da allora - conclude - sono passati mesi e mesi, l'agricoltura è in ginocchio e i coltivatori sono in piazza».

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