TARANTO - «La presenza di lavoratori immigrati in agricoltura sul territorio nazionale arriva al 40%. Considerando l’ampio spettro di irregolarità purtroppo presente, la platea si estende sicuramente oltre questa percentuale. Bisogna avere consapevolezza, quindi, che il lavoro in agricoltura è fortemente dipendente dai migranti e questo determina ancora di più la necessità di una accoglienza e di un’integrazione che, purtroppo, in Italia latitano». Lo ha detto il segretario generale della Flai Cgil nazionale Giovanni Mininni intervenendo a un’iniziativa su lavoro agricolo e immigrazione organizzata a Taranto dalla segreteria provinciale del sindacato.

«In Puglia - ha osservato il segretario generale della Cgil Puglia Pino Gesmundo - ci sono 135mila immigrati di 167 paesi diversi. Se provassimo a trasformare queste presenze in opportunità sul piano culturale, non solo la nostra regione ma tutto il paese se ne avvantaggerebbe. A una presenza così elevata di immigrati spesso corrisponde una condizione di lavoro nero o irregolare». Il segretario generale della Flai ionica, Lucia La Penna, ha spiegato che «i lavoratori stranieri, però, sono i più colpiti. In provincia di Taranto il nostro sindacato è costituito parte civile in nove procedimenti penali per sfruttamento del lavoro, sei dei quali riguardano lavoratori del Gambia e nigeriani». L'iniziativa della Flai Cgil di Taranto è iniziata con la proiezione del docufilm «Dust’s Tales. I racconti della polvere" del regista Davide Murri, con la sceneggiatura di Simona Fernandez, presidente dell’associazione Salam. Voci, volti, testimonianze sulle due sponde del Mediterraneo: dall’inferno dei campi della Libia, alla vergogna del ghetto di Borgo Mezzanone.

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