Il concerto di Povia viene annullato, e a Felline scoppia la bufera sulla festa di Sant’Antonio. Il 22 ottobre il cantautore milanese avrebbe dovuto esibirsi a conclusione dei festeggiamenti. Ma, con un video pubblicato su Facebook, ha annunciato l’annullamento della data, ritenendo il parroco del paese, don Antonio Verardi, responsabile della cancellazione. Dal sacerdote, però, arriva una secca smentita: «Non ho annullato nessun concerto, il comitato non ha firmato alcun contratto».
Povia (che lo scorso aprile si era visto annullare un altro concerto, a Lecce) spiega che il contratto è stato firmato il 23 agosto da Mauro Palese, «con i membri del comitato che, più o meno, erano tutti d’accordo». E ritiene che l’annullamento sia stato disposto per motivazioni non economiche, ma ideologiche. «Don Antonio - afferma l’artista - si è messo di mezzo a gamba tesa e si è rifiutato di dare motivazioni. Ce lo hanno confermato sia chi ha firmato il contratto, sia i paesi vicini». E ancora: «Passo sempre per fascista, razzista, populista, omofobo, ma sono tutte stupidate: questi sono i motivi dell’annullamento». Concludendo il video, il cantautore ha anche affermato di voler smettere di cantare a partire da ottobre: «Essere umiliato con un motivo lo accetterei, ma così, senza motivo, no».
Molto dura la risposta del parroco: «Non ho annullato nulla, non è stato firmato nessun contratto dal presidente del comitato e del concerto io sono stato informato solo 2 o 3 giorni fa. L’attacco del cantautore non mi interessa minimamente, so solo di non aver annullato nulla, semplicemente perché il comitato non ha niente a che vedere con quel concerto». Don Antonio aggiunge anche di non sapere «chi abbia firmato il contratto, probabilmente una persona che è venuta a trovarmi, ma che non fa parte del comitato. Con un certo sprezzo si parla di “un prete”, come se fossi chissà chi, ma questo non mi tocca. Non ho nulla a che fare con le persone che non dicono la verità e che sprezzano un interlocutore che non hanno mai avuto come tale». E conclude: «Non conosco il cantante, non so chi sia, non si permetta di diffondere false notizie».
Mauro Palese, il firmatario del contratto, spiega di essere riuscito ad organizzare il concerto ad un prezzo molto basso, grazie al suo rapporto di conoscenza con il cantante. «Ho firmato e mi sono assunto l’impegno di trovare gli sponsor. Purtroppo il concerto è saltato senza una motivazione valida, era stato tutto deciso già nel mese di giugno con la commissione».
Sullo sfondo dell’intera vicenda ci sarebbero alcuni screzi nati all’interno del comitato tra chi avrebbe voluto dare alla festa un’aria nuova (con diverse iniziative, tra cui il concerto di Povia) e chi, invece, non ha voluto discostarsi dalla tradizione. Proprio a causa di queste divergenze, tre «nuove leve» si sarebbero allontanate dal gruppo.

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