Dopo le minacce intimidatorie a sfondo mafioso, i manifesti funebri e i proiettili, Marco Cataldo, che era in corsa come sindaco di Parabita (Le) ha deciso di ritirare la sua candidatura. Immediatamente i suoi sostenitori hanno fatto partire la mobilitazione, con una petizione online (che si può firmare a questo link) e con una manifestazione, prevista mercoledì 1 maggio alle 11 davanti al municipio del comune salentino, già commissariato per mafia.

Nel testo di accompagnamento alla petizione si legge che "Il Salento è casa nostra, non di cosa nostra. La decisione di Cataldo e del suo gruppo arriva dopo le gravi minacce intimidatorie all’indirizzo suo e dei commissari. Minacce a sfondo mafioso, manifesti funebri, scritte chiare e inequivocabili, non sciocchezze. Non entriamo nel merito delle decisioni del candidato, personali. Ma questa brutta storia non è affare di Parabita, non è un problema di Marco Cataldo. È un problema nostro, di ognuno di noi nessuno escluso.


La mafia, la quarta mafia come è stata ribattezzata, ci sta togliendo tutto. La serenità, la libertà, l’economia migliore, la casa. Perché i Municipi sono la casa di tutti i cittadini. La mafia spara e ammazza poco, in Salento. Ha cambiato stile, forma, tattica.
Indossa la grisaglia, appende una laurea al muro, pone nel cassetto le calibro 7.65 e imbraccia i carnet di assegni, per raggiungere le stanze dei bottoni: banche, Comuni, imprese, cda. La quarta mafia tocca il vivere democratico, la libertà di espressione in ogni sua forma. È silente, subdola, come un cancro. E come il cancro ammazza. Quando ci si accorge della sua presenza è spesso troppo tardi, le metastasi hanno invaso tutto. Ma l’antidoto siamo noi, dobbiamo essere noi. Al di là di ogni steccato. Accanto alle istituzioni, accanto a chi vive le minacce sulla sua pelle, perché il Salento non è solo questo ed è ora di gridarlo a gran voce, nelle piazze vere oltre quelle virtuali della rete.

E lo faremo nel giorno simbolo del lavoro onesto, della fatica e della dignità: l’1 maggio alle 11. E lo faremo a Parabita, da cui deve partire un messaggio chiaro e inequivocabile che raggiunga gli altri comuni e l’intera comunità salentina. E lo faremo dal Municipio, la casa di tutti i cittadini. Il nostro appello dal basso è rivolto alle istituzioni, alla procura, alle forze dell’ordine,
all’ufficio territoriale di governo, che tanto hanno fatto e continuano a fare per estirpare la malapianta della criminalità in questa terra. Ed è rivolto alla gente comune, a chiunque senta addosso la minaccia asfissiante di questa mala vigliacca, che si nasconde nei Palazzi e manda in giro i suoi manovali a recapitare e confezionare minacce. Noi ci mettiamo la faccia".

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