SCANZANO JONICO - Il giorno dopo il blitz antimafia che ha dato scacco ai clan del Metapontino. È caccia all’unico indagato sfuggito alla cattura. E si indaga ancora. Saranno ascoltate persone informate dei fatti. “Gole profonde”, intanto, nelle forze dell’ordine? E ieri al via gli interrogatori di garanzia. Il maxiblitz scattato alle 3.30 di giovedì a Scanzano Jonico, Montalbano Jonico, Tursi, Nova Siri e Policoro, dunque, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Potenza non è concluso. Si cerca un latitante tra i 25 soggetti per cui il giudice per le indagini preliminari Lucio Setola, del Tribunale di Potenza, ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta del procuratore distrettuale Francesco Curcio. L’inchiesta su estorsioni e droga della «Gomorra lucana» ha portato alla scoperta sulla costa jonica, secondo la magistratura, di «una realtà criminale di eccezionale pericolosità».

Ma le indagini proseguono anche su un altro fronte: quello volto ad ascoltare come informati dei fatti i testimoni di gravi intimidazioni ad oggi non ancora identificati. Da qui le ordinanze di custodia in carcere per molti elementi dei tre gruppi poiché «le stesse indagini – si legge nell’ordinanza Setola – potrebbero essere pregiudicate dalla permanenza in libertà delle sopraindicate persone che potrebbero avere interesse ad avvicinare i testi al fine di condizionare future dichiarazioni. D’altronde, emerge la forza intimidatrice e l’uso della violenza del gruppo criminale Schettino proprio in relazione all’inquinamento delle prove». Ma non è finita. Per gli inquirenti «c’è il concreto pericolo che gli indagati acquisiscano informazioni da alcuni appartenenti alle forze dell’ordine non meglio identificati».

Insomma, si cercano anche possibili “gole profonde” tra gli investigatori. Inchiesta a pieno ritmo, quindi, nel mentre ieri sono cominciati nel carcere di Matera gli interrogatori di garanzia. Interrogatori che proseguiranno nei prossimi giorni anche nelle carceri di Melfi e di Santa Maria di Capua Vetere in cui sono stati trasferiti alcuni degli arrestati. Ricordiamo che nell’ordinanza firmata dal gip Setola, 611 pagine, vi sono 205 capi di imputazione nei confronti di quelli che la Procura distrettuale ha individuato come «i tre sodalizi criminali (clan Schettino, di Scanzano Jonico, guidato dall’ex carabiniere Gerardo Schettino; gruppo Russo, di Tursi, diretto da Rocco Russo; e gruppo Donadio, di Montalbano Jonico, capeggiato da Leonardo Donadio), sgominati con gli arresti».

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