Il collega Filippo Mele, collaboratore della nostra redazione di Matera, ha ricevuto una busta contenente un proiettile e una penna rossa presso la propria abitazione. Un messaggio intimidatorio ed inequivocabile legato essenzialmente all'attività svolta dal giornalista, che arriva a pochi giorni di distanza dal blitz nel Metapontino che ha smantellato tre clan criminali. Il collega Mele, che abita a Scanzano Jonico, ha scoperto la busta davanti al cancello esterno della sua abitazione: in formato A4, all'interno vi era un foglio bianco, una penna rossa e una cartuccia inesplosa. Filippo Mele ha chiamato i carabinieri che, dopo un sopralluogo, hanno scoperto un foro nella tettoia della sua abitazione con l'evidente finalità di appiccare, forse, un incendio. 

IL FORO NELLA TETTOIA

Mele, iscritto all'Ordine dei giornalisti da 33 anni, collabora con la Gazzetta da più di 15 anni. In prima linea nella cronache sulla criminalità che affligge il Metapontino, recentemente si è occupato del blitz che ha portato in carcere un bel po' di persone affiliate a tre clan, uno dei quali capeggiato da un ex carabiniere. Mele, in un articolo pubblicato alcuni giorni fa, aveva adombrato anche presunte collusioni con esponenti delle forze dell'ordine.

A stabilire la matrice dell'intimidazione saranno le indagini coordinate dalla procura di Matera. Numerose, al momento, le attestazioni di solidarietà giunte al nostro collega al quale ci associamo anche tutti noi della Gazzetta del Mezzogiorno.

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