Il «Corso su esorcismo e preghiera di liberazione» apparso qualche giorno fa sul portale «Sofia» del Miur e poi ritirato e che era dedicato ad insegnanti di scuola di primo e secondo grado ha destato senza dubbio scalpore, ma «se affrontato per prevenire pratiche esoteriche dalle quali mettere in guardia i giovani, non sarebbe stato sbagliato».
A sostenerlo è padre Casemiro ( nome di fantasia che diamo al nostro intercolucutore , sacerdote con al suo attivo varie sedute di esorcismo, che ci ha chiesto di restare nell’anonimato). «Troppe volte si sfugge da questo fenomeno e quando se ne parla il riferimento - continua il parroco con calma ed equilibrio - è sempre ancorato ad un diffuso sensazionalismo e allarmismo ancor più amplificato dalla spettacolarizzazione ed effetti speciali dei films e programmi televisivi. Ma non è così – precisa – come esiste Dio c’è anche Satana e bisogna combatterlo poiché le persone che hanno problemi di possessione, che sono rare ma allo stesso tempo in aumento, soffrono profondamente e chiedono di essere liberate».


«E tra l’altro – sottolinea ancora don Casemiro che ha una profonda conoscenza del fenomeno avendo frequentato diversi corsi sulla tematica dell’esorcismo e la preghiera di liberazione - la stessa psichiatria é divisa tra chi é aperto a tali fenomeni e chi resta fermo sulle proprie posizioni». Dunque «un fenomeno da affrontare con le giuste competenze e piena conoscenza del problema. Aspetti ai quali ricerche scientifiche e appositi studi possono dare il giusto quadro del fenomeno».
Il riferimento del parroco è al libro «Possessioni diaboliche ed esorcismi. Come riconoscere l’astuto ingannatore» di padre Francesco Bamonte, esorcista della diocesi di Roma e presidente dell’Aie (Associazione internazionale degli esorcisti- unico ente in materia riconosciuto dal Vaticano). Ora comunque il corso non si farà più. O meglio non sarà dedicato agli insegnanti come precisato in un comunicato dell’ Ateneo pontificio Regina Apostolorum, che ha anche precisato che il corso si terrà regolarmente dal 6 all’11 maggio presso la sede dell’Università Potinficia e non è riservato ai docenti.
Un comunicato che se fa chiarezza non spegne del tutto le polemiche e prese di posizione anche ironiche che attorno a questa notizia si erano registrate all’indomani dell’apparizione del corso sulla piattaforma riservata ai docenti e che comportava anche un costo di 400 euro per 40 ore di approfondimento. Su questa vicenda è stata annunciata anche un’interrogazione parlamentare a cui sarà chiamato a rispondere Marco Bussetti, ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

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