POTENZA - Sessantatre chilometri di piste ciclabili per la città di Potenza. È l’obiettivo contenuto nel Biciplan, che è parte integrante del piano urbano per la mobilità sostenibile. Il documento di programmazione, licenziato dalla Giunta comunale di Potenza lo scorso luglio, sarà discusso dal Consiglio Comunale a settembre. Tra i capisaldi del piano, lo sviluppo della ciclopedonalità e la «riduzione del traffico motorizzato individuale a vantaggio delle modalità ecocompatibili».

La rete ciclabile prevista dal Pums «è costituita da una struttura portante che individua un primo livello finalizzato a realizzare degli itinerari di collegamento tra i quartieri e i poli attrattori per lavoro, studio e servizi pubblici presenti nell’area urbana. L’insieme degli itinerari forma un anello intorno all’acropoli esteso anche a ricomprendere anche l’area di via del Gallitello». Nel dettaglio, la rete proposta dal Pums ha uno sviluppo di 63 chilometri di cui 28 chilometri di rete principale (18 da realizzare entro i primi 5 anni dall’adozione del piano), 18 chilometri di rete secondaria (nel medio-lungo periodo), 17 chilometri di vie verdi (7 da realizzare entro i primi 5 anni. Di questi, «29 chilometri su piste ciclabili in sede propria e 15 chilometri su corsia riservata ricavata su marciapiede (spesso con contestuale ammodernamento e allargamento dello stesso)». Limitato al minimo «il ricorso a percorsi ciclopedonali (1 km), al fine di evitare conflitti tra pedoni e ciclisti).

Il biciplan, è scritto nella relazione generale del Pums, è in stretta connessione con il progetto «Città in 15 minuti», per lo sviluppo della mobilità pedonale a corto raggio. Ma si ricollega, soprattutto, alla rete del verde urbano. «Una volta completata la rete ciclabile, tutti i parchi della città risulteranno connessi in un unico sistema per il tempo libero accessibile a piedi e in bicicletta senza essere costretti ad utilizzare l'automobile».

Ma, dove lasciare la bicicletta (di proprietà o in bike sharing), in tutta sicurezza? «La rete - è scritto nella relazione - è completata da interventi a favore dell’intermodalità, sosta e servizi annessi (un sistema di spazi dedicati alla sosta). Ovvero, il Pums «propone che tutte le sedi della pubblica amministrazione, le facoltà universitarie, le scuole secondarie superiori, i centri commerciali, le associazioni dei rioni storici rendano disponibile un locale da adibire a velostazione». «In un numero limitato di casi le velostazioni possono essere integrate con ciclo officine per riparazioni o piccole attività commerciali». Nel dettaglio la rete di velostazioni prevista dal Pums conta 50 punti, 29 da attivare nel medio periodo (di cui 5 con ciclo-officina) e 21 nel lungo periodo.

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