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Pace fiscale: ultime novità

13 Ottobre 2018 | Autore:
Pace fiscale: ultime novità

Cos’è e come funziona la pace fiscale sulle cartelle esattoriali e sulle liti pendenti contro l’Agenzia delle Entrate.

Un Governo Robin Hood che prelevi i soldi ai più ricchi (senza rubare) per migliorare la condizione dei più poveri (senza esagerare). È il progetto del sottosegretario alle Infrastrutture e consigliere economico della Lega Armando Siri per la pace fiscale. Siri ha anticipato quali saranno le aliquote di pagamento, cioè le percentuali di debito da pagare a seconda del patrimonio e del reddito del contribuente: il 6%, il 10% (e non il 15%, come si era detto finora) ed il 25%.

La prima aliquota, spiega Siri, sarebbe stata pensata per chi ha un solo reddito ed un figlio minore a carico. Quelle più alte, invece, sarebbero riservate a chi ha una situazione più agiata. In sostanza, aggiunge il sottosegretario, a chi le tasse le poteva pagare ma non lo ha fatto perché non ha voluto, non certo per mancanza di soldi.

Il tetto della pace fiscale resterebbe in 500mila euro per il maggior reddito. Sui redditi integrativi si pensa ad un pagamento forfettario del 15%.

Quali sono dunque le ultime novità sulla pace fisica? Eccole qui di seguito sintetizzate.

A chi è rivolta la pace fiscale?

La pace fiscale non sarà rivolta solo ai cittadini (persone fisiche) ma anche alle imprese (persone giuridiche). Dunque non si tratta di una manovra riservata a una particolare categoria di contribuenti ma li coprirà tutti trasversalmente.

Quali soggetti beneficeranno della pace fiscale?

Armando Siri, sottosegretario del ministero delle Infrastrutture, intervistato da Italia Oggi, continua a seguire il dossier della sanatoria totale. E spiega: «Partiamo da quello che disse Ernesto Ruffini, il precedente direttore dell’Agenzia delle Entrate, al parlamento sull’esistenza di 1.058 mld di crediti che Equitalia vanta nei confronti di 20 mln di contribuenti italiani. Di questi 1.058 mld circa 200 mld sono ascrivibili a società fallite, a contribuenti deceduti o che hanno in corso un contenzioso tributario. Il resto, 840 mld, sono crediti che sono riferiti per la gran parte a soggetti che vengono definiti inesigibili ma questa definizione di inesigibili tiene conto di un algoritmo che non è lo stesso che utilizziamo noi con la pace fiscale». Si tratta quindi dei crediti inesigibili, quelli cioè che non si possono più riscuotere. E poi aggiunge: «Le faccio un esempio. Se sono un ex commerciante e ho chiuso il negozio da 4 anni e ho cumulato 40 mila euro di debiti con l’Agenzia delle Entrate tra tasse e quant’altro, e oggi mi trovo in difficoltà, perché a mala pena arrivo a fine mese, lavorando in nero, se, dicevo, il fisco mi chiede 40 mila euro non ce li avrò mai. Se di questi 40 mila euro il fisco me ne chiede 2.400 allora è molto probabile che io aderisca a questa cosa pur di non essere inseguito a vita da Equitalia».

La pace fiscale è un condono?

No, non più. Inizialmente ipotizzata come una totale “cancellazione” delle cartelle di pagamento, la Lega ha dovuto correggere il tiro dopo le indicazioni ricevute dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria. La pace fiscale non sarà quindi un condono ma qualcosa di molto più simile alle vecchie rottamazioni, con la differenza che sarà a più ampio raggio e lo sconto sarà superiore. In altre parole, per azzerare il debito con il fisco bisognerà pagare “qualcosa”.

La pace fiscale servirà a finanziare la flat tax e il reddito di cittadinanza?

Si spera, con la pace fiscale, di recuperare crediti difficilmente riscuotibili, ottenendo un ravvedimento spontaneo dei contribuenti, il che garantirà all’erario un’entrata immediata e senza dover avviare procedure esecutive. Si parla di un gettito potenziale di 3,5 miliardi. Questo dovrebbe contribuire ad aumentare le risorse per finanziare flat tax e reddito di cittadinanza.

In cosa consisterà la pace fiscale?

La pace fiscale coinvolgerà quattro differenti fasi del rapporto tra contribuente e fisco:

  • quella del pre accertamento: riguarda quei contribuenti che si accorgono di aver sbagliato gli adempimenti o che sanno di aver evaso e “si pentono” prima che arrivi l’accertamento. In particolare ci si potrà mettere in regola pagando il 15% delle ulteriori imposte dovute oltre a tutta l’Iva. Non saranno ammessi sconti sull’Iva in quanto vietati dall’Unione Europea. Lo strumento per regolarizzare la posizione è quello del ravvedimento operoso, che di fatto lascia aperta agli uffici finanziari la strada a un possibile accertamento nel caso in cui la posizione del contribuente sia più “pesante”;
  • quella delle liti potenziali: riguarda i verbali della Guardia di Finanza e gli avvisi di accertamento già emessi dall’Agenzia delle Entrate. Qui il contribuente si metterà in regola chiedendo la cancellazione di sanzioni e interessi. Resta però dovuta la maggiore imposta non versata a suo tempo. Insomma: nessuno sconto sulle tasse a chi ha evaso. In pratica si va a sfruttare lo strumento dell’accertamento con adesione e in contraddittorio;
  • quella del contenzioso: questa fase è molto simile all’attuale rottamazione delle liti fiscali. Si potrà chiudere la causa pendente con l’Agenzia delle Entrate o con l’agente della riscossione versando le imposte e ottenendo lo sconto solo su sanzioni e interessi. In primo grado se il contribuente ha vinto e vuole evitare l’appello potrà chiudere con il 50% della pretesa erariale. Lo sconto aumenterà nei due gradi successivi anche fino all’80%: se il contribuente vince anche in commissione regionale e aspetta la Cassazione sarà sufficiente versare solo il 20% di quanto chiesto dal fisco. C’è poi anche il caso di chi perde in contenzioso o si vede dar ragione solo in parte. In questo caso non si verseranno sanzioni e interessi e le somme dovute saranno oggetto di conciliazione tra le parti;
  • quella delle cartelle esattoriali. Sulle cartelle esattoriali ci sono le aliquote di cui abbiamo parlato all’inizio cioè: il 6%, il 10% ed il 25% secondo quanto anticipato dal sottosegretario Armando Siri. Saranno interessate le cartelle sotto i 500mila euro. C’è, però, da stabilire ancora il capitolo sulla platea: saranno tutti i contribuenti a poter ottenere lo sconto o solo quelli che verseranno in difficoltà economiche? Per sciogliere questi dubbi bisognerà aspettare l’approvazione del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2018.

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11 Commenti

  1. E, a furia di dài e dài, è arrivato anche l’articolo atteso da tempo come “premio ferragostano”… Almeno sappiamo (forse…) dove andremo a parare! Grazie, avv.to Greco, a lei e alla Redazione, e Buon Ferragosto!!!

  2. Tassazione separata,dopo 4anni,oltre a quello già trattenuto,mi è arrivata cartella da 4,8mila euro,da pagare sul TFR,del 2013,da lì a poco,altra cartella da1800€,di imposte per errore Inps,tre mesi fa,una sanzione AG.entrate per non avere dichiarato il TFR,pari a 2700. €,ma vi sembra normale?neanche la malavita opera certe estorsioni,il TFR è per forza dichiarato perché dovevo fare dichiarazione?ho rateizzato tutto ma sono ,veramente tirato,no posso curarmi i denti,che rabbia,che siate maledetti,vigliacchi!!

    1. SECONDO ME QUELLA DEL TFR E UNA STUPIDAGGINE CHE DICI TU, IL TFR NON SI DICHIARA IN NESSUNA DICHIARAZIONE DEI REDDITI IN QUANTO E A TASSAZIONE SEPARATA

  3. che presa per il culo… le intenzioni erano ottime… guai,giustamente, a chi, dopo la pace fiscale, non avesse pagato le tasse, ma le opposizioni (anche Forza Italia), li costringe a cambiare rotta… il cittadino che non ce la fa DEVE, comunque pagare le tasse, eccome!!! VEDREMO PER LE AZIENDE SE FORZA ITALIA SARA’ DELLO STESSO PARERE…

  4. Tutto sommato potrebbe essere un modo per recuperare dei soldi che altrimenti non si recupereranno mai; dopo questa operazione sarebbe opportuno semplificare le strategie del fisco i modi di accertamento, mettendo maggiore attenzione alle grosse evasioni li si trova il nocciolo duro, non correre dietro piccoli imprenditori, commerciati professionisti dove lo stato perde solo tempo e denaro per recuperare poche decine di migliaia di Euro e mettendo in mezzo ad una strada tante famiglie e persone che in questo periodo di crisi soffrono molto.Il famoso DURC che tanto terrorizza molti la cosa non si combatte non facendo lavorare queste persone o aziende se non a posto con i DURC ma trattenere alla fonte per chi non è in regola e limitatamente ad una percentuale che non può superare il 15-20% dell’importo che l’impresa il professionista il commerciate che deve fare delle forniture, così i versamenti saranno certi…..come si fa ora con l’IVA

  5. Una autentica cacata!!!!!@lega5s.it stanno copiando ( anche male perché peggiorativo) quello che ha fatto il governo Renzi.
    questi stanno facendo tutto quello che ha fatto il precedente governo tutto proprio tutto. Ma non erano diverse le loro proposte. Mi sa che hanno preso in giro assai gli italiani. !!!!!!@@@@

    1. Ma ti rendi conto delle cagate che stai dicendo???
      Attendiamo qualche mese prima di sparare a casaggio.
      Abbiamo avuto tanta pazienza on i ladroni che li hanno preceduti e dopo solo due mesi di Governo vogliamo che siano risolti tutti i casini lasciati dai predecessori….

  6. Molti cittadini hanno creduto alle promesse del governo in Avranno Avuto anche buone intenzioni, ma mancano di conoscenze ed esperienza., Parlano,parlano, ritrattano…
    La pace fiscale, se rivolta a quei cittadini che hanno regolarmente dichiarato i loro oneri da pagare, ma poi non ce l hanno fatta, e da anni pagano rateizzazioni onerose, che si sommano ai tributi correnti, e un provvedimento piu che giusto. Se pero introdotta la clausola ‘ cartelle pervenute entro il 2014 “(se uno ha rattizzato il 2013 o il 2014,ha quasi finito di pagare i vecchi debiti, restano gli anni successivi, anche loro rateizzati) , e una bufala

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