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Si può segnalare spam alla polizia postale?

24 Settembre 2018 | Autore:
Si può segnalare spam alla polizia postale?

Cos’è l’attività di spamming? La polizia postale può intervenire? Si può chiedere il risarcimento per lo spam?

La diffusione capillare di internet in tutte le case degli italiani ha consentito, parallelamente, il propagarsi di crimini commessi attraverso il web: truffe, estorsioni, minacce e stalking sono solo alcuni di essi. Famosissimo è quel particolare imbroglio che va sotto il nome di phishing, il quale consistente nell’invio di un grande numero di e-mail volte a simulare lo svolgimento di un’attività lecita o una comunicazione da parte di enti di fiducia, quali banche, società di credito, poste, ecc., allo scopo di ottenere da parte dell’utente l’inserimento dei propri dati personali e/o delle proprie credenziali. A tutela dei cittadini vittime di tali frodi, lo Stato prevede la possibilità di rivolgersi a un corpo specializzato della Polizia di Stato attrezzato proprio per combattere i crimini commessi attraverso internet: si tratta della ben nota Polizia postale. Probabilmente, però, il tuo problema con il web non riguarda tanto le truffe o lo stalking, quanto la pubblicità ossessiva che riempie la tua casella di posta elettronica: il famoso spam non risparmia nessuno, nonostante le tante regole a tutela della privacy e il famoso Gdpr che tanto ha ossessionato gli operatori giuridici. Ebbene, se l’attività di spamming sta diventando, per te, un problema serio, allora ti invito a leggere questo articolo: vedremo insieme se si può segnalare lo spam alla polizia postale.

Cos’è la polizia postale?

Prima di vedere se si può segnalare lo spam alla polizia postale, vediamo quali sono i poteri e le funzioni di questo particolare tipo di forza dell’ordine. La polizia postale e delle comunicazioni è un corpo specializzato della Polizia di Stato che si occupa di reprimere i reati legati all’utilizzo dei mezzi di comunicazione (internet in primis) e di tutelare, più in generale, la sicurezza e la regolarità dei servizi delle telecomunicazioni. Gli agenti di questo corpo sono reclutati tra coloro che dimostrano una forte propensione all’utilizzo delle tecnologie e una grande attitudine al mondo dell’informatica, oltre che una seria preparazione.

Tra gli altri, la polizia postale si occupa di combattere i seguenti reati:

  • pedopornografia:  diffusione del materiale pedopornografico attraverso la rete telematica; acquisto e commercializzazione del materiale illecito; detenzione dello stesso. La Polizia Postale è l’unica delegata all’acquisto simulato di materiale, per scoprire chi si nasconde dietro un sito contenete immagini pedopornografiche;
  • cyberterrorismo: diffusione di virus, malware o comunque di tutti quei programmi che possono ledere la privacy o creare danni economici; attività di hackeraggio;
  • download illegale: violazione del diritto di copyright delle opere dell’ingegno attraverso circuiti di condivisione di file (cosiddetti file-sharing) o altri metodi;
  • truffe sui conti on line:  la polizia postale cerca di impedire le truffe che consentono ad estranei di accedere ai conti di home banking (come avviene, ad esempio, con il phishing);
  • giochi e scommesse on line:  monitoraggio della rete al fine di scovare siti dedicati al gioco d’azzardo non autorizzato dal Ministero delle Finanze – Amministrazione autonoma monopoli di Stato (leggi l’articolo Giocare a poker online su piattaforme estere: è legale?).

La polizia postale, inoltre, collabora costantemente con le autorità estere al fine di fronteggiare i crimini legati al mondo di internet (cosiddetto cybercrime) che, per loro natura, non hanno confini. Fondamentale, poi, nell’attività di repressione dei reati informatici, la collaborazione con i gestori dei servizi di telecomunicazione, degli Internet Service Provider, dei fornitori di connettività e degli altri operatori della rete.

Spam: cos’è?

L’attività di spamming consiste nell’invio martellante di e-mail alle caselle di posta elettronica di destinatari indifferenziati con fini, normalmente, di pubblicità. I messaggi sono sempre gli stessi, di identico contenuto, e sono spediti a tambur battente, cioè con una frequenza altissima.

Consapevoli del fenomeno, praticamente tutti i servizi di posta elettronica oggi mettono a disposizione dei propri utenti un’apposita cartella (quella dello spam, appunto) ove viene cestinata, a volte anche automaticamente, la posta indesiderata. Praticamente, il server si rende conto della mail “spazzatura” (per via della frequenza con cui viene ricevuta oppure del contenuto sempre identico) e provvede da solo a segnalarla, in modo tale da non intasare la cartella della posta ricevuta.

Spam: quando si può segnalare alla polizia postale?

Detto della polizia postale e dello spam, possiamo ora incrociare i due argomenti e rispondere alla seguente domanda: si può segnalare lo spam alla polizia postale? La risposta è positiva, anche se denunciare lo spam ha realmente senso se l’attività di spamming possa in qualche modo integrare un’ipotesi delittuosa o un diverso illecito. Ad esempio, se c’è qualcuno che bombarda la tua casella di posta elettronica con messaggi persecutori o comunque sgraditi, potrai segnalare il fatto alla polizia postale; ugualmente, quando lo spamming è realizzato a scopo estorsivo o intimidatorio, sarà possibile sporgere denuncia. Si può segnalare lo spam alla polizia postale anche nel caso in cui la posta indesiderata violi la tua privacy, cioè quando gli operatori commerciali non abbiano ricevuto il consenso.

Come fare denuncia alla polizia postale?

Per segnalare lo spam alla polizia postale puoi ricorrere a due vie: quella tradizionale, consistente nello sporgere una denuncia presentandoti fisicamente presso l’ufficio a te più vicino, oppure online. La denuncia online permette di segnalare un reato informatico direttamente da casa, accelerando così i tempi e semplificando le modalità di presentazione. Per inserire l’atto è necessario registrarsi al sito internet della polizia postale, cliccando su «collabora» nella homepage.

In realtà, la denuncia on line è solo uno schema di denuncia: una volta completata, verrà generata una ricevuta telematica con cui bisognerà, sempre e comunque, presentarsi all’ufficio di polizia postale più vicino. Il sistema chiede infatti all’utente di scegliere (da un apposito elenco) uno degli uffici abilitati a ricevere una denuncia on line. Il cittadino dovrà recarsi presso quello selezionato e presentare la ricevuta telematica. Presso l’ufficio sarà poi possibile integrare la denuncia. È fondamentale evidenziare che l’atto assume valore legale di denuncia solo con la sottoscrizione del cittadino davanti all’ufficiale di polizia.

Spam: ho diritto al risarcimento?

Se ti stai chiedendo «posso chiedere il risarcimento del danno per lo spam?», allora devi sapere che la Corte di Cassazione ha stabilito che, a meno che lo spamming non sia manifestamente eccessivo, non si ha alcun diritto al risarcimento. Se, al contrario, lo spam lede il diritto alla riservatezza, il risarcimento può riguardare soltanto il danno morale provocato dall’invio delle e-mail indesiderate, sempre che il cittadino riesca a dimostrare che un pregiudizio di questo tipo v’è stato [1].

In pratica, se vuoi ottenere il risarcimento del danno perché la tua casella di posta elettronica è piena zeppa di pubblicità commerciale, dovrai dimostrare la lesione della tua privacy e il danno patito a seguito della stessa.

note

[1] Cass., sent. n. 3311/2017.

Autore immagine: Pixabay.com

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2 Commenti

  1. Ricevo spesso da vari siti la vincita di un telefono oppure un messaggio dalle Poste Italiane dove io entro e non lo farò più chiaramente dove ho vinto un telefono è si continua a dirmi di porre i miei dati sono stata costretta a togliere definitivamente la mia Postepay Revolution con grande dispiacere per le Poste dove ho sempre avuto aiuto nel mio paese dove abito Ho telefonato e mi hanno detto che è una truffa e di non aprire quindi ormai non si sa più cosa aprire e non aprire perché purtroppo per lavoro per varie necessità ormai si lavora tramite mail a molte persone che conosco arriva questo messaggio delle Poste Italiane dove abbiamo vinto un telefono e poi purtroppo continuano a scrivere per conoscenza Rossi Florinda

  2. Ca. 10 anni fa ho fatto un contratto telefonico con Tiscali. In questo contratto, dismesso dopo alcuni mesi, non ho mai dato il benestare a trattare o cedere i miei dati a nessuno. Ancora oggi, se mi collego a Tiscali, vedo che non ho dato mai benestare a vendere o ad usare i miei dati. Invece Findomestic, che mi manda ogni giorno pubblicità sui sui prestiti, fa riferimento ad un mio consenso dato a Tiscali, da loro evidentemente acquisito, scrivendo nelle note che posso cancellare il mio consenso sul sito Tiscali. Ovviamente non è possibile cancellarlo perché mai dato. Ho scritto a loro e mi hanno risposto che, se voglio devo dare loro tutti i miei dati…!
    Cosa posso fare?

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