"Siamo vicini alla famiglia di Guerrina": la reazione del Vescovo

Fontana non infierisce sul suo ex viceparroco e preferisce non commentare la sentenza. "Ci siamo sempre affidati alla giustizia, certi che avrebbe ricostruito la verità"

Il Vescovo Riccardo Fontana

Il Vescovo Riccardo Fontana

Arezzo, 22 febbraio 2019 - Il telefono gli suona a ripetizione dalla mattina. E forse Riccardo Fontana se lo aspettava. Lì, all’ultimo atto di una vicenda che nel tempo lo ha tirato spesso in causa: dalle interviste improvvise per strada o addirittura nella sacrestia della Cattedrale fino alla testimonianza in tribunale, legata al primo racconto ricevuto sulla vicenda, quando ancora Graziano non era neanche imputato.

Ma stavolta il vescovo non intende sottoporsi al percorso sempre accidentato dei commenti e delle reazioni. «Credo di essere stato sempre chiaro: io e la chiesa ci affidavamo alla giustizia, nella massima fiducia che sarebbe stata lei come sempre a ricostruire la verità». Ora quella verità almeno sul piano giudiziario c’è tutta, fino alla sentenza definitiva. «Le sentenze non si commentano, il mio rispetto per questi percorsi è assoluto. E la priorità è un’altra».

Quale? «Beh, la vicinanza e l’affetto per la famiglia di Guerrina: hanno pagato il prezzo più alto e per la chiesa è lì il punto fermo». Certo, non ha mai scaricato del tutto Graziano, come forse tanti colleghi avrebbero fatto in larghissimo anticipo, davanti alle accuse pesantissime che ora lo hanno portato alla condanna definitiva per omicidio e occultamento di cadavere.

E neanche in questa occasione infierisce su quello che era il suo ex viceparroco di quel lembo di Valtiberina. «Ormai da anni non è più nella nostra diocesi e da anni deve rispondere ai suoi superiori dell’ordine». Dunque anche eventuali processi canonici ormai non incrociano più la curia aretina, le sue stanze. Anche se quel telefono continua a squillare.