In scena Razza d'Italiani. "Sul palco per spiegare il fascismo e i suoi orrori"

Giorgio Scaramuzzino arriva al Teatro del Popolo

Giorgio Scaramuzzino sarà al Teatro del Popolo

Giorgio Scaramuzzino sarà al Teatro del Popolo

Castelfiorentino, 22 gennaio 2019 - Uno spettacolo che vuole insegnare. Anzi, forse è meglio dire che vuole guidare in primis i più giovani alla scoperta della storia. Quella moderna, la più trascurata, spesso, anche sui banchi di scuola. ‘Razza di italiani’, questo il titolo della rappresentazione, affonda lo sguardo e il copione in uno dei periodi più bui dello scorso secolo. Regime fascista, leggi razziali, antisemitismo, responsabilità. Sono queste alcune delle parole chiave del lavoro di Giorgio Scaramuzzino, attore e regista, diplomato alla scuola di recitazione del Teatro di Genova, pronto ad andare in scena al Teatro del Popolo di Castelfiorentino, giovedì 24 gennaio alle 21 e la mattina seguente alle 10, per alzare il sipario su ciò che è stato.

Da dove nasce l’esigenza di parlare di antisemitismo a teatro?

«Dalla paura. Ho fatto questo spettacolo per paura. Ho sentito in modo forte l’esigenza di dire soprattutto ai giovani che esiste il pericolo di un ritorno del fascismo».

E quindi lo porta in teatro?

«Odio e antisemitismo possono fare breccia nell’ignoranza, per questo ho voluto fare uno spettacolo di informazione vera che parla a un pubblico adulto, più consapevole, ma ancor prima alle nuove generazioni».

Ovvero ‘Razza di italiani’...

«Quanta responsabilità hanno gli italiani sulla Shoah: il punto sul quale bisogna fare chiarezza è questo, approfondendo tutto ciò che è successo fino ai confini dell’Italia. Un percorso che ho svolto facendomi aiutare dal consulente storico Matteo Corradini».

Soddisfatto del lavoro?

«Credo sia lo spettacolo più utile che abbia mai fatto da molteplici punti di vista. Soprattutto mi fanno ben sperare il silenzio e l’attenzione che registro quando lo porto nelle scuole, tra i giovani, dove c’è maggiore possibilità di infiltrazione dell’ideologia fascista».

La cultura che ruolo ha?

«Se conosci, distingui. Capisci l’onesto e il bugiardo. Il fascismo non è un’opinione, è delitto, è fuori dalla legge. Quindi, il successo di questo spettacolo è l’ascolto dei ragazzi».

C’è poca consapevolezza sulla questione?

«Perdendosi le testimonianze dirette si perde la memoria vissuta e si rischia di vedere quegli anni come qualcosa di inverosimile. Lo spettacolo va a smentire le false convinzioni tipo ‘ma il fascismo ha fatto anche cose buone’. Io stesso, mentre svolgevo le ricerche, ho incontrato decine di ‘fake’ che pensavo fossero vere».

E quindi, che cosa consiglia ai ragazzi che incontrerà?

«Sembra assurdo, ma il mio consiglio è di studiare. Credo ancora nelle competenze e sono convinto che lo studio sia l’arma più forte per distruggere tutti i tipi di fascismo».

Samanta Panelli