"La Nostra Voce": nasce il primo giornale dei richiedenti asilo

E' il bimestrale degli ospiti delle strutture di accoglienza gestite dalla cooperativa Il Cenacolo di Fiesole

La nostra voce, il giornale dei richiedenti asilo di Fiesole

La nostra voce, il giornale dei richiedenti asilo di Fiesole

Firenze, 6 aprile 2018 - Un giornale che racconta di paesi lontani, sogni e speranze ma anche drammi umani e difficoltà da superare ogni giorno. Dopo un periodo di sperimentazione in Mugello, parte a tutti gli effetti “La Nostra Voce”, il bimestrale scritto dai richiedenti asilo delle strutture di accoglienza gestite dalla cooperativa Il Cenacolo. Il giornale sarà distribuito in 200 copie gratuite a Fiesole e dintorni. “Un'esperienza unica per gli ospiti delle nostre strutture – dice Matteo Conti, presidente della cooperativa “Il Cenacolo”, aderente al Consorzio Co&So – che con carta e penna hanno adesso la possibilità di raccontare chi sono e farsi conoscere nel territorio che li accoglie. Questa è un'opportunità importante di avvicinamento ai profughi, soltanto attraverso la conoscenza delle loro storie e delle loro difficoltà si possono abbattere tanti muri che oggi ci separano da una reale integrazione”. Per il momento sono stati coinvolti cinque migranti, che fanno da "giornalisti" andando a raccogliere storie e facendo interviste, ma il loro numero è destinato a crescere. I profughi arrivano da paesi diversi Gambia, Nigeria, Senegal, Costa D'Avorio. Nel giornale sono raccontate tradizioni e culture diverse, e soprattutto esperienze di vita in Italia, dalla diffidenza di alcuni nei loro confronti alla gentilezza di altri che li hanno accolti senza pregiudizi.

Ma scrivere è anche un modo per esorcizzare le sofferenze subite: "Mai avrei pensato che sari sopravvissuto alla Libia per gli abusi subiti, sia fisicamente che verbalmente. Ogni giorno era come vivere l'inferno, ho vissuto ogni giorno col pensiero di essere ucciso" - racconta nel suo articolo Cessay Omar. “L’idea di questo giornale – aggiunge Conti – è nata quando abbiamo letto la commozione negli occhi di un giovane ghanese subito dopo avergli dato una matita e un quaderno. Lo scopo è che, questa volta, siano proprio gli immigrati a dare qualcosa agli italiani”. Anche la distribuzione è curata dai richiedenti asilo, che possono così implementare le occasioni di dialogo e rapportarsi in modo diretto con la comunità.  

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