LUIGI CAROPPO
Cronaca

Suor Fabiola, da Firenze all'India per aiutare l'infanzia: un premio per lei

Un breve ritorno a casa per la cerimonia organizzata dal Progetto Agata Smeralda

A sinistra, suor Fabiola

A sinistra, suor Fabiola

Firenze, 8 ottobre 2018 - Una "mamma" per tanti bambini, una carezza su tanti volti che cercano di sorridere alla vita: il conforto di un abbraccio in una terra tanto bella quanto difficile se si cerca di far parlare la parola ecumenica del Signore. Suor Fabiola Fabbri, fiorentina, cresciuta nella parrocchia di San Pietro Martire a Varlungo, sembra solo all'apparenza esile. Ma ha un cuore grande e una preghiera per tutti: laggiù in India per i 'suoi' bambini e per i grandi che sono in Italia. La Fede, quella vera e profonda, è il suo coraggio che le ha permesso di affrontare una, cento, mille sfide.

Lei è l'anima e la fortezza di "Ashwasa Bahvan" (Casa della Consolazione) di Cochin in Kerala, la casa di accoglienza per bambini di strada, affidati dal Tribunale dei Minori. Il Progetto Agata Smeralda sostiene da alcuni anni questa struttura con l’acquisto di medicinali indispensabili per le cure dei bambini e con supporti logistici fondamentali per la vita quotidiana.

Agata Smeralda ha realizzato anche il sogno di Suor Fabiola contribuendo all’acquisto della casa per i bambini. Domenica scorsa il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nella basilica della Santissima Annunziata, ha voluto premiare l'impegno e la dedizione di suor Fabiola (della Congregazione delle Suore apostole della Consolata) nell'ambito della Festa, "Oltre il buio, una luce di speranza", organizzata come di consueto da Agata Smeralda.

Un contributo di 5200 euro messi a disposizione dall'associazione per la casa in India e una riproduzione di una ceramica robbiana che rappresenta un bambino in fasce. A fine agosto Suor Fabiola aveva lanciato un appello ai fiorentini perché aiutassero la regione indiana colpita da una tremenda alluvione che aveva fatto morti e distruzione.

E aveva scritto: " Io che abito qui sono testimone di tutta questa tragedia e per questo faccio appello alla generosità del mio paese di origine e della mia città natale, Firenze, sapendo che ci uniscono a distanza la stessa enorme dignità che vedo in questi uomini e donne e la stessa fede in Dio e nell'uomo".

L'altro giorno è tornata per poco tempo a casa, a Firenze, ha riabbracciato familiari e amici e si è emozionata davanti agli applausi e alla commozione nella basilica fiorentina, pronta a tornare nell'altra sua casa, quella della missione indiana. Dai 'suoi' bambini.

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