Firenze, 14 novembre 2018 - Ha appena finito la stagione golfistica ed è già pronto a ripartire a giro per il mondo, con un appuntamento importante a gennaio: la nascita di sua figlia Aurora. Lorenzo Gagli, 33 anni, guarda con orgoglio al 2018 che sta per concludersi e ha le idee chiare per il 2019. "Il bilancio è più che positivo, la scorsa stagione avevo riconquistato in extremis l'accesso all'European Tour dopo quattro anni di assenza e temevo di non riuscire a mantenere la carta. Invece, grazie al 13° posto nel Challenge Tour, mi sono confermato con una categoria migliore che mi consentirà di partecipare a tutti i tornei eccetto le Rolex Series ( i tornei con il montepremi più alto, da 7 milioni di dollari in su, ndr)".
Quali sono i suoi prossimi obiettivi?
"A Hong Kong giovedì 22 inizia il primo torneo dell'European Tour 2019 (48 tornei in 31 paesi di Europa, Africa, Asia, Australia e America del Nord, ndr). Punto a mantenere la carta giocando solo tornei del circuito maggiore. Devo concludere fra i primi 110 e il massimo sarebbe qualificarsi per la fase finale della Race to Dubai (vi partecipano i primi 60 giocatori in classifica dell'European Tour, ndr), a distanza di 8 anni dalla mia unica partecipazione".
E dopo Hong Kong?
"Altri tre tornei di fila, uno alle Isole Mauritius e due in Sudafrica. Poi a metà dicembre torno a casa, all'Impruneta, per rimanerci oltre due mesi. A gennaio nascerà mia figlia Aurora e voglio stare vicino a mia moglie Arianna. Sarà un periodo fondamentale anche per la mia preparazione fisica, tecnica e mentale: dovrò mettere benzina nel motore per buona parte della stagione. A fine febbraio riprenderò con Oman e poi Qatar".
Chi è il suo golfista di riferimento?
"Francesco Molinari, un giocatore di un'altra categoria. E' un esempio da seguire in tutto ed è anche di grande aiuto per noi giocatori italiani che cerchiamo di affermarci nel tour europeo".
Il 2011 è stato il suo anno migliore, poi ha avuto un lungo declino e ora sembra di nuovo pronto a rientrare nel grande golf. Cosa le manca per fare il salto decisivo?
"Inizio sempre bene la stagione poi da giugno comincio a calare di rendimento. Arrivo stanco, sono meno lucido in campo e gioco meglio quando sono nelle parti alte della classifica. Mi mancano invece le energie per lottare quando mi ritrovo giù. Da alcuni anni sto lavorando con il mio mental coach, è un percorso lungo però sono contento dei miei progressi".
Quale pensiero le fa superare i momenti di difficoltà? "Rimanere nel presente. Concentrarmi solo sul colpo che sto per fare, senza pensare al precedente o alle buche successive. Il golf è molto simile alla vita".
E i limiti da superare da un punto di vista tecnico?
"Soffro i campi più lunghi e larghi, preferisco i percorsi tecnici e con ostacoli. Sto lavorando su questo aspetto con Simone Rosi, il mio maestro. E' un amico, un fratello maggiore".
Oltre al golf quali sport segue?
"Fino a pochi anni fa ero un tifoso appassionato della Fiorentina, poi sono rimasto troppo deluso nella prima stagione di Sousa allenatore. Eravamo in testa, bastava comprare un difensore a gennaio per restare competitivi e invece non è stato fatto neanche questo piccolo sforzo. Della Fiorentina attuale mi piace Chiesa. Comunque, volevo chiamare mia figlia Viola...".
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