Il Cupido alato su Fb diventa pornografia

Penalizzato il sito di Finestre sull’arte per aver pubblicato il putto di marmo di Michelangelo: "Viola gli standard su nudo e atti sessuali"

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di Cristina Lorenzi

Per Facebook è pornografia. Quella che ci ha reso grandi agli occhi di tutto il mondo, l’arte rinascimentale, viene tradotta da un algoritmo del sistema informatico in pornografia, anzi pedopornografia. Così l’editore carrarese Daniele Rocca si è visto ridurre i contatti sulla piattaforma social per aver pubblicato su Fb l’immagine del Cupido realizzato nel nostro marmo bianco da Michelangelo Buonarroti e adesso conservato al Metropolitan museum di New York. Un putto alato, quindi un minore, mutilato in parte, che l’editore di Finestre sull’arte ha pubblicato nel numero di agosto della prestigiosa rivista on line d’arte antica e contemporanea.

"Il Cupido nudo è stato rimosso per violazione degli standard su nudo o atti sessuali: questo il messaggio che ci siamo visti recapitare dall’amministrazione del social" spiega Rocca seriamente preoccupato per la sorte degli editori e delle imprese che fanno cultura e che usano i social per far conoscere la propria attività.

"La pagina Fb non è mai stata oscurata – spiega l’editore – ma ci è stato imposto un rallentamento del traffico di visualizzazioni e condivisioni. Una penalizzazione che durerà fino alla fine di settembre. E questo nonostante gli ‘Standard della Community’ ammettano esplicitamente il nudo per dipinti e sculture. Un danno economico che Facebook contunua ad arrecare agli operatori culturali che causa un problema serio a chi si occupa di informazione, ma anche di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale".

"Non siamo in Finlandia – tuona Rocca che si appella alle istituzioni perché qualcuno risolva il problema dall’alto–: siamo in Italia, l’arte rinascimentale è nel nostro dna, fa parte del nostro patrimonio. Chiediamo che la censura di Fb in questi casi non sia preventiva, ma successiva. Ossia che l’algoritmo intervenga soltanto dietro le denunce di chi vede oscenità. Un post artistico non può e non deve essere censurato. Questo è un danno importante alla cultura, soprattutto a quella italiana. Le istituzioni devono intervenire affinché Fb cambi algoritmo. Si tratta di un danno grave alle imprese culturali che vengono limitate. Chi lavora non può andare incontro a questi disagi creati dal web".

La pagina della rivista, alla fine, non è mai stata oscurata, il putto è stato rimosso dall’editore soltanto in un secondo tempo, ma è scattata una “punizione” rilevante: il rallentamento del traffico e la limitazione delle condivisioni da parte degli utenti per un mese, fino alla fine di settembre.