Immigrati: sindaco di Massa sotto accusa

Cgil, Pd, 5 Stelle e Potere al popolo criticano Persiani

Salvini e Persiani sul palco durante l'ultimo comizio prima della vittoria elettorale

Salvini e Persiani sul palco durante l'ultimo comizio prima della vittoria elettorale

Massa, 29 giugno 2018 - «Usciamo dallo Sprar». Immigrati: sono bastate queste poche parole al neo sindaco Francesco Persiani per innescare la prima ronda di polemiche. Potere al popolo, la Cgil e il Pd ed i 5 stelle lo criticano aspramente. I consiglieri del M5S di Massa, Luana Mencarelli e Paolo Menchini: «Sfilarsi dal progetto Sprar non farà “sparire” i migranti dal nostro comune, anzi ne potrebbe addirittura accentuare la presenza, aumentando quelle sacche di emarginazione che contrastano con i progetti di sicurezza del territorio. Aderire al progetto Sprar significa l’assunzione del controllo diretto da parte dell’amministrazione sul numero di migranti accolti nei centri e controllarne le condizioni, diversamente sarà comunque la Prefettura, d’imperio, ad allocarli sul nostro territorio».

Parla anche la Cgil: «Gli Sprar non sono gli alberghi o le case private di cui si avvalgono le Prefetture in emergenza quando è impossibile non svuotare i megacentri di prima accoglienza: sono il vero strumento per trasformare il bisogno, di tante e di tanti giovani, in una occasione per il nostro Paese (in declino demografico) di riprendere a crescere, grazie anche al lavoro e ai contributi di chi ha la pelle di un altro colore. Invece, buttando per strada i 20 stranieri degli Sprar di Massa, che stanno seguendo un vero percorso di inserimento sociale, si possono solo ottenere 20 migranti in più allo sbando sul territorio, 4 disoccupati italiani in più, qualche docente qualificato inutilizzato e 4 case sfitte».

Potere al popolo: «Bugie di Persiani: gli accolti dal progetto Sprar non sono migranti generici, ma sono rifugiati; il Comune ha contribuito al progetto con il lavoro di dipendenti pubblici quantificato in 15000 euro, nessuna uscita dal bilancio del comune, solo un conteggio contabile; ignoranza sulle procedure: lo Sprar prevede che per ogni rifugiato accolto il Comune riceva 700 euro che entrano nel bilancio dell’amministrazione, senza alcun vincolo di spesa e quindi utilizzabili per le esigenze dei massesi. Rinunciando vengono tolti tra i 15 mila euro ai massesi e quando dovremo accoglierne altri ci metteremo soldi di tasca nostra». Martina Nardi del Pd: «Al Comune accendere i progetti Sprar non è costato nulla. È stato istituito con una legge fatta dal partito di Persiani, ovvero la legge Bossi- Fini. Dare rifugio ai richiedenti asilo è un compito di tutte le nazioni, un compito gestito dall’Onu, precisamente dall’alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati. La tua rimane soltanto propaganda».