Prostituzione, il club del sesso estremo: locale sequestrato, coppia arrestata

Sesso estremo e clienti non graditi, ma le ragazze dovevano comunque consumare i rapporti. L'intervento dei carabinieri

Carabinieri

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Pontedera (Pisa), 29 marzo 2018 - Due arresti, altri due soggetti indagati e un club sequestrato. E' il bilancio dell'operazione "Lucifera" condotta dai carabinieri di Pontedera, che hanno eseguito le ordinanze firmate dal gip di Pisa al termine di un’indagine avviata nel novembre 2017 dai militari sotto la direzione della Procura della Repubblica pisana (sostituto procuratore Flavia Alemi).

A finire agli arresti domiciliari sono Aniello Sepe, 52 anni, originario della Campania, e Aurora Marianna Vasiunuc, 32 anni, rumena, legata sentimentalmente a Sepe. La coppia, secondo l'ipotesi accusatoria, gestiva nel proprio club "Valentine" un giro di prostituzione.

Secondo i carabinieri la coppia era attiva da tempo nel settore dei circoli scambisti: dietro la parvenza di "associazione socio-culturale" (tale era l’oggetto del club Valentine) si nascondeva una vasta attività di prostituzione. Biglietto d'ingresso fra i 50 e gli 80 euro, modalità professionale di gestione del tutto.

L’indagine, svolta in modo classico con servizi di osservazione e pedinamenti, audizioni delle donne coinvolte, costrette a pratiche di sesso estremo o di gruppo con uomini non graditi, l’ascolto dei clienti, molti dei quali piccoli professionisti, commercianti, operai; determinanti si sono rivelate anche le chat, conversazioni registrate sui telefoni delle donne coinvolte, dalle quali è emerso il carattere illecito dell’attività.

Dagli audio delle donne costrette a prostituirsi, confluiti in una delle chat “monitorate”, sono emersi aspetti che i carabinieri definiscono "singolari e sconcertanti": da vere e proprie manifestazioni della delusione al riguardo dei compensi corrisposti dai due responsabili del giro a una sorta di vera e propria dichiarazione di sfruttamento.

Sepe, secondo l'accusa, era preposto al primo contatto con i clienti, dalla riscossione del biglietto d’ingresso che oscillava tra i 50 e gli 80 euro, fino alla distribuzione di contraccettivi; la compagna è definita "un’autentica maitresse", legata sentimentalmente a Sepe, descritta come una "dominatrcie della scena" alla quale competeva l’organizzazione della serata, la preparazione delle ragazze e il loro avviamento alle pratiche sessuali, la costrizione, quando ricorrevano le necessità, a prestazioni, anche in presenza di uomini non graditi, il controllo dei rapporti tra le donne e i clienti, per evitare frequentazioni al di fuori del club.