Cinque sacerdoti raccontano i terribili giorni dell'alluvione in India

Case distrutte e migliaia di sfollati. "Tremendo: genitori, fratelli e sorelle senza più una casa, c'è bisogno di aiuto»

Alluvioni in Kerala (Ansa)

Alluvioni in Kerala (Ansa)

Pontedera, 22 agosto 2018 - Oltre settemila chilometri di distanza. E quel nome nome, Kerala, che non evoca viaggi estivi o ricordi scolastici particolari. Eppure questa regione dell’India, devastata da inondazioni mai viste, è più vicina di quanto si possa mai credere. Dietro quella fredda e stucchevole contabilità da catastrofe – quasi 400 morti e circa 800mila sfollati – si nascondono volti familiari che ogni giorno ‘partecipano’ alla nostra vita quotidiana in Valdera e non solo. Amici e confidenti che, lontano da casa, pregano per i loro cari e per la terra che li ha visti crescere. Nella diocesi di San Miniato, sono cinque i religiosi che arrivano da questa regione che profuma di spezie e arti lontane. Un legame che permea, di conseguenza, anche la nostra comunità che si stringe al dolore.

Don Antony Paikad, parroco di Forcoli e Alica racconta: «Due mie sorelle hanno perso la casa e sono andate a vivere dai fratelli che abitano in una zona più elevata e quindi più sicura. L’India sta vivendo un’enorme catastrofe e sono certo che nei prossimi mesi vi sarà bisogno di tanto aiuto da parte di tutti». Ed è probabile che dalla nostra diocesi scatti una campagna di raccolta fondi e viveri proprio per aiutare le popolazioni colpite. Papa Francesco, in primis, ha evocato aiuto e preghiere per il paese devastato. Anche don Anthony Padassery, parroco di Treggiaia racconta giorni difficili: «Mia sorella e i miei nipoti sono sfollati. L’acqua ha raggiunto perfino il secondo piano delle abitazioni distruggendo tutto quello che c’era dentro: elettrodomestici, mobili, vestiti e quant’altro. Le famiglie devono ricominciare da zero, ricostruendo tutto. Mai si era verificato un disastro tanto terribile in zona e nessuno lo credeva possibile».

Don Holin D’cruz, cappellano di Ponsacco su Facebook invita tutti ad unirsi nella preghiera. «Tanta paura – dice –. Anche la mia famiglia è sfollata. Ma, per fortuna, la situazione, sembra stia rientrando nella normalità anche se la situazione non è facile». Don Antony Mathew Puthenpurakal (per tutti Don Matteo) di Montopoli spiega: «La mia casa si trova in un’isola – dice – e quindi, per fortuna, i danni sono stati limitati. Ma sono arrivati da noi moltissimi sfollati in cerca di soccorso e riparo. La situazione è estremamente grave». «Manca cibo, acqua e medicine – fa eco don Sunil Thottathussery, preposto di Larciano (in provincia di Pistoia, ma comunque diocesi di San Miniato) – Un’intera regione è stata spazzata via dalle acque e i danni sono enormi. Noi ci siamo e ci saremo per cercare di dare una mano e fare qualcosa per aiutare tante persone che stanno soffrendo».

Ma la rappresentanza indiana nella Valdera non è composta soltanto da preti. Anche a Forcoli (nella casa di riposo) e a Capannoli vi sono diverse suore di origine indiana che stanno facendo i conti con l’ansia e la paura per i propri cari. Kerala, un paese lontano solo per chi non ha tempo o voglia per guardare la realtà.