Studenti nelle terre confiscate alla camorra, uova contro il pullman

Terricciola, aggredito anche l'autista del mezzo: ma l'episodio sarebbe accaduto per una bravata di carnevale

Carabinieri (foto di repertorio)

Carabinieri (foto di repertorio)

Terricciola (Pisa), 7 marzo 2019 - Il pullman dei ragazzi in gita e in visita ad un bene confiscato alla camorra preso a colpi di uova marce. Picchiato l’autista del mezzo che era sceso per chiedere agli autori del gesto di smetterla. Un episodio inquietante tanto che, alla fine, anche Augusto Di Meo, il testimone oculare dell’omicidio di Don Peppe Diana, che morì a Casal di Principe il 19 marzo del 1994 ucciso dai colpi d’arma da fuoco da Giuseppe Quadrano, esponente dell’omonimo clan, è andato a solidarizzare con i tredici ragazzi della terza media di Terricciola, in provincia di Pisa, ed i loro due insegnanti, che si sono trovati al centro della vicenda.

Il fatto è accaduto a Casapesenna, in provincia di Caserta, e la scolaresca si stava recando a visitare un bene confiscato al boss Michele Zagaria. Dopo l’episodio gli studenti toscani hanno incontrato i responsabili del Comitato Don Diana al caffè  letterario sorto proprio grazie al riutilizzo sociale del bene confiscato, e in serata hanno avuto un secondo incontro con Di Meo che fu stretto collaboratore del parroco ucciso: decisiva fu la sua testimonianza al processo. Sulla vicenda ha preso posizione anche il comitato «Don Diana» guidato da Valerio Taglione, che ha annunciato l’intenzione di «incontrare i ragazzi delle uova e dell’aggressione all’autista per ragionare insieme – ha detto Taglione – ; per loro sono necessari immediati interventi rieducativi».

«Siamo certi – ha aggiunto – che i giovani saranno individuati dai carabinieri, sperando nelle immagini delle telecamere e nella collaborazione del titolare del bar dove sono avvenuti i fatti, sicuri che omertà e reticenza non prendano assolutamente posto in questo spiacevole episodio».  Nessuno dei ragazzi si è fatto male. Sui fatti ci sono indagini in corso e non viene escluso che possa esseri trattato di una bravata carnevalesca. Il sindaco di Terricciola, Maria Antonietta Fais, ha seguito a distanza tutto il viaggio ed è stata in apprensione per l’accaduto: «Mi hanno rassicurato le insegnanti – spiega il primo cittadino – quando mi hanno detto che la scolaresca è finita in mezzo a questa situazione per caso. Sembra che il martedì grasso sia usanza lanciare uova alle auto. Le docenti mi hanno anche spiegato che quando hanno capito che erano turisti tanta gente è andata da loro a chiedere scusa».