Ginecologia, finisce l’era Spinelli: 34 anni in prima linea. "Reparto da rifondare".

Il dirigente medico va in pensione. L’amarezza per l’ultima inchiesta

Giansenio Spinelli (foto Gianni Attalmi)

Giansenio Spinelli (foto Gianni Attalmi)

Prato, 28 luglio 2018 - Il reparto di ostetricia e ginecologia perde il suo primario, Giansenio Spinelli, in prima fila nella sanità pubblica pratese da 34 anni di cui otto da dirigente. Spinelli dal primo settembre andrà in pensione per raggiunti limiti di età. Una scadenza naturale, una scelta irrevocabile che arrivano dopo lo tsunami giudiziario che ha sconvolto il reparto fiore all’occhiello dell'ospedale Santo Stefano.

L’arresto di quattro medici accusati di peculato e truffa ai danni dello Stato per visite clandestine in ospedale con il supporto di mediatori cinesi ha scosso una delle realtà ospedaliere più apprezzate.

"Sono stato molto gratificato per la fiducia accordatami con l’assegnazione del ruolo di direttore di Dipartimento materno infantile dell’ Asl Toscana Centro e per questo esprimo il mio ringraziamento", scrive Spinelli. "È un ruolo che ho svolto con passione, dedizione e professionalità, regalandomi grandissime soddisfazioni. Distaccarmene mi reca un profondo dispiacere. Ma ogni stagione della vita è destinata a concludersi ed è giunto il momento, per me, di concludere questa stimolante e gratificante esperienza. Purtroppo, questo mio distacco è stato reso più amaro a causa dei recenti eventi giudiziari che hanno interessato alcuni ginecologi: avendo io sempre improntato la mia personale attività professionale e la mia attività di coordinamento del team medico al massimo rispetto dei canoni di correttezza e diligenza medico-sanitaria, etica e giuridica, questi eventi mi hanno procurato una profonda delusione, insieme alla preoccupazione che mi provoca la conseguente situazione di grave incertezza e smarrimento in cui versa il personale afferente al materno infantile, sia del territorio pratese, che del Dipartimento. Anche se il cuore direbbe di rimanere al mio posto per fornire il massimo sostegno, in questo momento di crisi, al personale medico e all’utenza e per ricostruire un clima interno sereno e efficiente, riflettendo sul fatto che il mio pensionamento per vecchiaia decorre dal 1° settembre 2018, ritengo che non ci siano le condizioni per iniziare e portare a termine il percorso di rifondazione di cui l’unita’ operativa ha, evidentemente, bisogno: questo percorso deve essere intrapreso da chi potrà anche portarlo a termine e, dunque, non da me. Nell’andarmene vorrei ringraziare i dirigenti Asl e le autorità locali che mi hanno sostenuto nella fiducia accordata, il mio team medico, ostetrico ed infermieristico che con impegno costante ha reso possibile lo sviluppo del settore verso l’eccellenza ed i pazienti che con i loro ringraziamenti danno il vero valore allo svolgimento quotidiano della professione. Sono certo che il team del reparto ed il dipartimento proseguiranno nel loro operato con l’etica e l’umanità che li hanno contraddistinti e che la professione medica continui ad essere svolta con ascolto attenzione e intuizione, doti che affiancate a dedizione, faranno la differenza".

Sara Bessi