Scene osé nel film contro la mafia. E la prof porta via tutti gli alunni

Camaiore, ‘Veleno’ rappresenterà l’Italia a un festival in Marocco

Il regista Diego Olivares insieme agli attori di ‘Veleno’ il film proiettato al cinema BorsalinoIMPEGNO SOCIALE Una scena del film ‘Veleno’

Il regista Diego Olivares insieme agli attori di ‘Veleno’ il film proiettato al cinema BorsalinoIMPEGNO SOCIALE Una scena del film ‘Veleno’

Camaiore (Lucca), 25 marzo 2018 - Al cinema Borsalino di Camaiore viene proiettato Veleno del produttore di Gomorra, Diego Olivares, ma una classe lascia il cinema: troppo ‘spinto’ per una terza media. Il sesso avvelena? Da Montevergine a Camaiore la terra dei fuochi si trasforma in terra del sesso: un’insegnante chiede al regista se si sarebbero viste ancora ‘natiche’ o altro e decide di sgombrare. Inserito in una serie di film sulle mafie, una rassegna dell’Apuania Cine Service, il film porta in scena il dramma di un territorio violato, contaminato dai ‘veleni’ che criminali senza scrupoli hanno disseminato nel casertano. Una famiglia di contadini rifiuta di lasciare che i suoi terreni diventino una discarica a cielo aperto. Cosimo (Massimiliano Gallo) e sua moglie Rosaria (Luisa Ranieri) lottano contro i rifiuti tossici, senza lasciarsi piegare dalle minacce di alcuni esponenti della camorra, tra cui l’avvocato Rino (Salvatore Esposito). Qualche mattina fa è stato proiettato al Borsalino, presente anche il regista attore Diego Olivares.

"Veleno" è stato in concorso al Festival del cinema di Venezia. Ad un certo punto scatta una scena di sesso e una professoressa di scienze dell’Istituto comprensivo Camaiore fa sgomberare alla sua classe la sala. «Un’iniziativa nobile e importante - assicura Laura Da Prato dell’Apuania Cine Service - con il regista e un geologo che spiegava l’impatto dei rifiuti tossici sul terreno, nell’ambiente. Martedì prossimo questo film, unico italiano, ci rappresenterà a un Festival in Marocco. Un tema fondamentale e di grande impatto. Consigliato da Agiscuola e senza alcuna censura».

Ma troppo ‘forte’ per la professoressa che ritiene che certe immagini possano nuocere al senso del pudore di adolescenti. E che magari avrebbe potuto informarsi prima delle scene del film, dove la forza del messaggio sociale supera, stando a tutte le critiche, qualsiasi obiezione. Niente da fare, la classe viene ricondotta all’ ‘ordine’. «È sempre molto delicata la scelta quando sono coinvolte le scuole – afferma l’assessore alla pubblica istruzione Sandra Galeotti – la rassegna non è stata organizzata con il Comune, bensì direttamente con i dirigenti. Non posso dunque entrare nel merito perché ne sono stata solo informata e non sapevo di questo episodio».

Censura esagerata nel terzo millennio?

Isabella Piaceri