Ride the Lightning: L’amore malato della Germania secondo i Rammstein

Nella giornata di giovedì 28 marzo, i Rammstein hanno trasmesso in anteprima il video ufficiale del primo singolo estratto dal loro futuro album, in uscita il 17 maggio. Il titolo del brano è “Deutschland” (in tedesco “Germania”).

Il ritorno all’opera della band tedesca era molto sentito da appassionati e addetti ai lavori; a livello di album l’ultimo progetto realizzato risaliva addirittura al 2009 con il disco “Liebe ist für alle da”.

In questo lasso di tempo, oltre all’attesa si è anche incrementato uno scettiscismo generale sul futuro del gruppo, dovuto ad un modus operandi sicuramente non “lineare” ma sempre pronto ad aprirsi a nuove soluzioni (difatti numerosi sono i progetti solisti dei membri).
Ecco spiegati i motivi per il quale si è giunti a così tanta curiosità sull’uscita del nuovo singolo.

Bene, neanche il tempo di essere rilasciato e il video di “Deutschland” ha già
scatenato polemiche in tutta la Germania, che inevitabilmente si sono rigettate nel resto del mondo, in perfetto “stile” Rammstein. Ma andiamo per gradi.

Più che un video, quello diretto da Specter Berlin, sembra un vero e proprio film, una produzione da far invidia anche ai migliori registi.

Nove minuti di regia superlativa annessa ad una interpretazione magistrale di tutti gli attori presenti (compresa la band), dove si ripercorre la storia di una nazione impregnata di avvenimenti.

Il testo assume i caratteri di imprecazione contro una Germania intesa quasi come persona fisica, dove emerge un rapporto di amore/odio verso questa entità che trasmette (per l’appunto) un amore tanto benevolo quando malato.

A livello strumentale, il prodotto presenta dei tratti di gran lunga differenti rispetto a precedenti lavori. Sonorità che rimandano a scenari suggestivi caratterizzati da una velatura “shock”, che tende a risucchiare il tutto.
Arrivati a questo punto, bisogna capire dove nascano tutte le polemiche maturate in questi giorni.

I Rammstein sono da sempre al centro di questioni politiche, fin dal primo album “Herzeleid” (1995) dove vennero accusati di sostenere idee naziste, data la copertina del disco, intesa dall’opinione pubblica come una raffigurazione della “purezza” della razza ariana. Altro riferimento è il brano “Links 2-3-4” del 2001, dove invece sembra emergere una simpatia del gruppo per la sinistra.

Nel video di “Deutschland” vi è una scena dove Till Lindemann (frontman) e gli altri membri (indossando i panni degli ebrei deportati nei lager) vengono impiccati davanti ad ufficiali tedeschi.

Immediata la reazione di esponenti delle comunità ebraiche e antisemite; diversi sono stati gli interventi a tal proposito, come quello di Josef Schuster presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, che ha parlato di “speculazione sull’Olocausto”. Anche Felix Klein, responsabile all’antisemitismo nel governo tedesco si è espresso sul punto, affermando che se tale video sia stato realizzato solo per fini economici, allora – dice Klein – “è uno sfruttamento di cattivo gusto della libertà artistica”, riporta la Bild.

E’ sempre molto difficile entrare nel merito di queste situazioni. Un dato significativo che emerge, a distanza di pochi giorni dal rilascio del video, è sicuramente testimoniato dal fatto che gli ascoltatori (del genere e non) non hanno minimamente inteso tale video come una manovra commerciale “giocata” sull’Olocausto.

E’ vero il contrario, difatti il tutto è stato inteso come una messa in luce della denuncia che si fa dei fatti e la testimonianza di come possa sentirsi un tedesco.

Insomma, risulta evidente che i Rammstein siano tornati, e lo abbiano fatto a modo loro. Stiamo parlando, – al di là di tutti i discorsi che si sono sollevati e che sicuramente si solleveranno – di una band e di un lavoro che si situano ad un livello per i più irraggiungibile.

Il disco saprà dirci di più su quello che si presenta già come uno dei progetti più discussi dell’intero panorama musicale. Nel frattempo, bentornati.

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