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di Pedro Guerreiro, Segreteria del Partito Comunista Portoghese (PCP)


da avante.pt


Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it


“Nella complessa e intricata situazione creata, il ritiro delle truppe USA, se effettivamente dovesse concretizzarsi, costituirebbe l'annullamento di un importante fattore di destabilizzazione politica e militare che ha ostacolato il progresso dei negoziati in corso - facilitato dal processo avviato ad Astana - al fine di aprire la strada a una soluzione politica che solo il popolo siriano può trovare in modo sovrano. Tuttavia, come dimostrano quasi otto anni di aggressione contro la Siria, dobbiamo essere consapevoli degli sviluppi che seguiranno all'attuale manovra americana, che ha evidenziato ancora una volta fratture e contraddizioni nell'establishment statunitense”.



La reazione esaltata dei falchi a Washington, seguita presto dai loro araldi di guerra sparsi in tutto il mondo, di fronte all'annuncio di Donald Trump sul ritiro di migliaia di soldati americani che occupano illegalmente circa il 30% del territorio della Siria, mette in evidenza l'aggressione che gli Stati Uniti e i loro molteplici alleati hanno scatenato contro questo paese mediorientale.


Dopo avere direttamente e indirettamente promosso la creazione di gruppi terroristici che seminano barbarie e distruzione contro il popolo siriano, e con il pretesto dell'imminente sconfitta della loro odiosa "creazione", gli Stati Uniti e i loro alleati - come Regno Unito , Francia e Israele - hanno aumentato il loro intervento militare diretto in Siria, continuando a violare la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale, mancando di rispetto alla sovranità, indipendenza e unità e integrità territoriale della Repubblica araba siriana, occupando illegalmente parte del suo territorio e mirando a imporre la sua spartizione.


Nella complessa e intricata situazione creata, il ritiro delle truppe USA, se effettivamente dovesse concretizzarsi, costituirebbe l'annullamento di un importante fattore di destabilizzazione politica e militare che ha ostacolato il progresso dei negoziati in corso - facilitato dal processo avviato ad Astana - al fine di aprire la strada a una soluzione politica che solo il popolo siriano può trovare in modo sovrano. Tuttavia, come dimostrano quasi otto anni di aggressione contro la Siria, dobbiamo essere consapevoli degli sviluppi che seguiranno all'attuale manovra americana, che ha messo in rilievo ancora una volta fratture e contraddizioni nell'establishment statunitense.


Noi non ci illudiamo. La scalata aggressiva degli Stati Uniti, nelle molteplici forme che assume - politiche, militari, commerciali, finanziarie, diplomatiche e ideologiche - a cui gli alleati, inclusa la NATO, nonostante le contraddizioni, si associano, costituisce la più grande minaccia che i popoli del mondo attualmente affrontano.


Gli Stati Uniti stanno conducendo una pericolosa corsa agli armamenti che comprende le armi nucleari, a cui è associata la loro decisione di abbandonare il Trattato sulle forze nucleari intermedie e la loro insistenza sulla militarizzazione dello spazio. Gli Stati Uniti hanno annunciato un aumento significativo del budget militare per il 2019 e il 2020, per un totale di circa $ 1500 miliardi nel corso dei due anni. Gli Stati Uniti sono al centro dei maggiori focolai di tensione, destabilizzazione e guerra del mondo.


Una scalata aggressiva e su molti fronti che, strategicamente è rivolta contro la Repubblica Popolare Cinese e la Federazione Russa, è diretta contro tutti i popoli e i paesi che difendono e intendono affermare i loro diritti, sovranità, sviluppo e indipendenza.


Una strategia bellicista - ribadita con il rifiuto da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati della proposta di risoluzione a sostegno del Trattato sulle forze nucleari intermedie presentata dalla Federazione russa all'Assemblea generale delle Nazioni Unite - che pone l'esigenza della più ampia convergenza nella difesa della pace, del disarmo, in particolare del disarmo nucleare, del diritto all'autodeterminazione dei popoli e alla sovranità e 'indipendenza degli Stati, in solidarietà con i popoli che sono vittime dell'ingerenza e dell'aggressione dell'imperialismo.

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