Israele: arresti e punizioni collettive

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di Bassam Saleh

Continua la politica repressiva da parte del governo di estrema destra israeliano nei confronti dei palestinesi. In particolare, continuano gli arresti, che hanno preso di mira i familiari degli arrestati. Lo ha denunciato martedì scorso l’Ente per gli affari dei prigionieri, con un comunicato drammatico: "L’arresto collettivo dei familiari dei palestinesi è diventato un fenomeno sistemico e grave, è una punizione collettiva e pericolosa contro il popolo palestinese". Infatti, le forze di occupazione israeliane, con l’arresto di padre, madre, figlio, sorella e cognato della stessa famiglia, mettono in atto la criminale politica del governo israeliano di estrema destra contro le famiglie palestinesi.

Da notare che, negli ultimi anni, le autorità di occupazione hanno utilizzato largamente queste misure criminali nei confronti della famiglia del prigioniero Omar Al Abed, contro la famiglia del Martire Ashraf Naaloh, contro la famiglia del detenuto Abu Asif Barghouthi, e altri. Con questo l’occupazione mira a colpire il prigioniero e il suo ambiente; è una vendetta contro la sua famiglia e spesso contro il suo villaggio. Lo stesso metodo è stato applicato alla famiglia Barghouthi, dopo che i soldati hanno devastato la casa, hanno arrestato Suher Barghouthi, madre del martire Saleh Barghouthi e dei detenuti Asem, Asef e Mohammed Barghouthi, e moglie di Omar Barghouthi (il padre di Asem); inoltre i soldati hanno fatto incursione nella casa del prigioniero Asem, un giorno prima che il tribunale emanasse l'ordine di demolizione della casa stessa.

La politica del governo israeliano non si ferma agli arresti, ma continua con l’esecuzione a sangue freddo di ragazzi palestinesi, sia in Cisgiordania che a Gaza: una licenza di uccidere deliberata dal governo israeliano. Il silenzio davanti a questi crimini di Stato è complicità.

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