L'aggressione internazionale al Venezuela si sposta alle frontiere
di Fabrizio Verde
L’aggressione internazionale contro il Venezuela si sposta alle frontiere. Falsi postivi ai confini con Colombia e Brasile, due paesi in prima linea nell’attacco alla Rivoluzione Boliviariana in ossequio ai voleri del guerrafondaio che siede alla Casa Bianca, Donald Trump, deciso a portare avanti una crociata contro il socialismo in America Latina. Ad appropriarsi delle immense risorse naturali di cui dispone il Venezuela. A riportare l’intera area sotto il tallone di ferro del neoliberismo dove i popoli sono costretti a sopravvivere senza diritti nella più nera povertà.
La frontiera marittima con Curacao è tranquilla. Almeno al momento. Visto che il governo dell’isola caraibica ha informato che «nessun invio di aiuti umanitari verso il Venezuela sarà effettuato in maniera forzata». L’eventuale spedizione avverrà solo quando le «autorità del Venezuela saranno d’accordo. Fino ad allora, gli aiuti resteranno in magazzino».
El Gobierno Bolivariano de Venezuela otorga plenas garantías al pueblo venezolano y colombiano de tener pasos fronterizos seguros. En cuanto se controlen las groseras acciones de violencia contra nuestro pueblo y nuestro territorio, serán restablecida la normalidad fronteriza!
— Delcy Rodríguez (@DrodriguezVen) 23 febbraio 2019
Secondo i piani dei golpisti quello marittimo sarebbe stato il terzo fronte da aprire ai confini del Venezuela, oltre quelli di Colombia e Brasile dove si sono verificati i due falsi positivi.
In questo video girato al confine con la Colombia è possibile osservare come le autorità colombiane in combutta con i deputati estremisti della destra venezuelana, José Manuel Olivares e Vilcar Fernández, abbiano agito in maniera da creare la provocazione.
3. Ahora observen este video, las autoridades #colombianas acompañaron la acción terrorista de los 3 militares que lanzaron los vehículos contra los PNB y las mujeres y hombres que estaban del lado #colombiano, la actitud de José Manuel Olivares y Vilcar Fernández retadores pic.twitter.com/clPqAzEpDi
— Madelein Garcia (@madeleintlSUR) 23 febbraio 2019
Dalla Bolivia, intanto, è tornato a far sentire la sua voce il presidente Evo Morales che invita ad assumere una posizione netta di rifiuto di fronte alle minacce di intervento militare degli Stati Uniti contro il Venezuela, in difesa della pace.
«L'aggressione che il Venezuela sta attraversando trascende le differenze politiche e ci costringe a prendere posizione: con il multilateralismo o l'unilateralismo; il diritto internazionale o la barbarie; la pace o la guerra», ha scritto il leader boliviano su Twitter.
La agresión que vive #Venezuela trasciende las diferencias políticas y nos obliga a tomar una posición: estamos a favor del multilateralismo o del unilateralismo; del derecho internacional o de la barbarie; de la paz o de la guerra.
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) 23 febbraio 2019
Nuestra admiración por el pueblo venezolano que se organiza y moviliza para hacer respetar su soberanía. Llamamos a los líderes mundiales a hacer una profunda reflexión por la vida, por la humanidad, por la paz de la #PatriaGrande. #HandsOffVenezuela #ConciertoPorLaPazYLaVida pic.twitter.com/qtlneQmZ7W
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) 22 febbraio 2019
La riflessione di Evo Morales è calzante e chiama in causa non solo i popoli e le classi dirigenti dell’America Latina, ma il mondo intero. In Venezuela si combatte una battaglia per la libertà. Per affermare che esiste la possibilità di sviluppare una politica sganciata dai dettami del neoliberismo imperante a livello planetario.