"Umanitarismo" per la guerra. Il gioco delle 3 carte dei paesi europei sulla pelle del Venezuela
Il Commissario UE per l’aiuto umanitario e la gestione delle crisi Christos Stylianides ha dichiarato che «fornire aiuti al popolo venezuelano è una priorità per l’Unione europea. Intensifichiamo l’aiuto di emergenza per aiutare i più vulnerabili che non hanno cibo, medicine e servizi di base e che sono stati forzati a lasciare le proprie case».
Ci si riferisce a chi ha lasciato il paese? No, perché subito dopo si precisa: «Continueremo anche a sostenere i venezuelani e le comunità ospiti nei paesi vicini».
Per agevolare l’assistenza umanitaria ai partner sul terreno (un’assistenza, va detto, abbinata alle sanzioni), l’UE intende aprire un ufficio umanitario a Caracas. Domanda: a chi chiederà il permesso per aprire l’ufficio e distribuire gli aiuti? Al guarimbero Guaidò presidente-ombra (degli Usa) oppure al governo di Nicolas Maduro, riconosciuto dall’Onu?
La quale Onu, ha specificato giorni fa il suo segretario generale onusiano Antonio Guterres, «è pronta ad aumentare le proprie attività di assistenza umanitaria e lo sviluppo in Venezuela con il consenso e la cooperazione del governo». Maduro, s’intende.
Marinella Correggia