Sfruttavano prostitute a Cantù
La difesa: vittime dei riti voodoo

Il nigeriano racconta in Tribunale: «Le foto della vittima nuda? Immagini di riti malvagi»

Ma quali minacce? Quale sfruttamento della prostituzione? Le foto e il video della vittima senza veli trovata sul cellulare del giovane nigeriano arrestato lo scorso anno dai carabinieri di Cantù, assieme alla moglie, sarebbero soltanto la prova di un rito voodoo che lui ha scoperto.

Suona più o meno così la difesa di un uomo di 28 anni, nigeriano con casa a Cantù, accusato con la moglie di 33 anni, di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver costretto una loro connazionale, ventenne all’epoca dei fatti, a prostituirsi per ripagare la somma di 20mila euro “investita” per portarla in Italia.

Ieri mattina, in Tribunale, Nosakhare ha accettato di raccontare la proprio verità su quelle accuse, respingendo con forza la tesi della Procura. La vittima? «È la fidanzata di mio fratello - ha detto - e non è vero che la facevamo prostituire. Ma l’abbiamo ospitata in casa» come un’amica.

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