Luganese

Campione, pure il 2019 si preannuncia problematico

L'enclave rimane in attesa che l'impasse su Comune e casinò si sbocchi ma paiono allungarsi i tempi per individuare soluzioni praticabili.

Ti-Press
3 febbraio 2019
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Dopo un 2018 annus horribilis che a Campione d'Italia peggio non poteva essere, anche il 2019 rischia di risultare un anno non meno problematico, considerata la complessità dei problemi che connessi fra loro, appaiono di non facile e immediata soluzione. Il fardello dei debiti è un macigno. In riva al Ceresio c'è consapevolezza sul fatto che il futuro non sarà uguale al passato. 

I campionesi vorrebbero, a ragion veduta, sapere quando sarà possibile iniziare a parlare di futuro e con quali prospettive. Sia per quanto riguarda il Casinò, senza la cui riapertura a Campione d'Italia non può esserci futuro, che il Comune. Solo che i tempi della politica romana non coincidono con le attese dei residenti. In Comune la situazione si trascina stancamente in attesa dell'udienza del Tar del Lazio convocata per il 26 di questo mese. 

Non è dato sapere se il Viminale abbia risposto ai giudici amministrativi capitolini che, prima di sentenziare, hanno chiesto di sapere se il Ministero dell'Interno ha deciso una deroga alla legge Madia per indicare la nuova pianta organica, considerato che quindici dipendenti non sono sufficienti per far funzionare il Comune di Campione. 

Cosa è emerso dell'incontro di settembre al Viminale con la rappresentanza sindacale del Comune? Nessuno ha mai fornito indicazioni. Il non aver fatto chiarezza ha peggiorato la situazione. Nel frattempo i 91 dipendenti rimasti in servizio non ricevono lo stipendio dallo scorso marzo. 

Nell'enclave l'attenzione è concentrata sulla nomina del Commissario straordinario chiamato a rimettere in sesto il Casinò, attraverso una serie di passaggi i cui tempi sono molto lunghi, incominciando dai 45 giorni per l'individuazione di una nuova società di gestione della casa da gioco. 

Il Commissario straordinario sarebbe già essere stato nominato. A ''La Regione'' risulta che la scelta sarebbe già stata fatta. Nei giorni scorsi, dopo la bufala di Roberto Maroni, è circolato il nome di Davide Guzzi, presidente della Cmp consulting group di Milano, autore di numerosi volumi in materia fiscale, docente in un ente di formazione accreditato dalla Regione Lombardia. 

A ''La Regione'' risulta sarebbe un alto dirigente ministeriale, grande esperto di politica-economica, residente a Roma. Dovrebbe essere in pensione. Considerato che l'incarico è a costo zero sembra più verosimile l'ipotesi del ''ministeriale''. Una volta individuata la struttura della società, dovrà essere trovati i soci che dovranno essere tutti pubblici. 

A questo proposito si parla della Regione Lombardia con un ruolo di primo piano. Si parla anche di una società statale. Soluzione caldeggiata dai pentastellati. Lo Statuto della società dovrà essere approvati dai Ministeri dell'Interno e dell'Economia e Finanza. E poi... Altri passaggi: la pianta organica, il numero dei tavoli verdì e delle slot machine.

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