Estero

Sale la tensione fra Cina e Australia

Dopo la visita del premier australiano negli Usa e l'impegno a collaborare per isolare la Corea del Nord, la Cina congela i rapporti diplomatici

1 marzo 2018
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La “diplomazia” internazionale è fatta anche di questo. Dopo gli amichevoli colloqui a Washington fra il primo ministro australiano Malcolm Turnbull e il presidente Usa Donald Trump (che hanno rinsaldato i legami militari nell’Asia-Pacifico), la Cina ha congelato i rapporti diplomatici con l’Australia: ha rimandato sine die la visita a Pechino di un alto diplomatico australiano e cancellato una serie di programmi di scambio di minore livello e di visite culturali.

L’obiettivo dei cinesi, come riferisce il quotidiano The Australian, è di esercitare pressione su Turnbull. In ballo ci sono le rivendicazioni cinesi su acque contestate nel Mar Cinese Meridionale e le norme annunciate dal governo di Canberra contro le interferenze straniere sul sistema politico australiano, con particolare riguardo alle donazioni a esponenti politici. Soprattutto, però, i messaggi critici verso l’Australia e il suo primo ministro si sono moltiplicati in Cina in seguito alla sua visita a Washington la settimana scorsa, in cui con Trump si è impegnato in un’azione ancora più dura contro il regime di Pyongyang, inclusa l’intercettazione di navi che tentassero di consegnare petrolio alla Corea del Nord in violazione delle sanzioni Onu.

In questo quadro, all’Australia è stato anche chiesto di partecipare a pattugliamenti congiunti con la marina Usa nelle operazioni di libertà di navigazione nel Mar Cinese Meridionale, lungo una rotta di massimo traffico commerciale, in acque contestate ma rivendicate da Pechino. Le operazioni comporterebbero il transito di navi militari entro 12 miglia nautiche da atolli fortificati, dove la Cina ha anche installato un potente sistema di missili terra-aria.

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