Estero

La ministra britannica Rudd si dimette

La premier Theresa May ha accettato le dimissioni della funzionaria in seguito allo scandalo delle quote dei migranti

La ministra Amber Rudd (foto: Keystone)
29 aprile 2018
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La premier britannica Theresa May ha accettato le dimissioni della ministra dell'Interno Amber Rudd, finita nella bufera sull'onda delle rivelazioni sui diritti negati a una generazione d'immigrati dalle ex colonie caraibiche. Lo ha annunciato Downing Street, come riportano i media locali.

Negli ultimi giorni erano diventate pressanti le richieste di dimissioni nei confronti di Amber Rudd, sullo sfondo dello scandalo dei diritti negati ai migranti caraibici storici della 'generazione Windrush' e delle quote di espulsioni annuali prestabilite dal suo dicastero: una pratica della quale la ministra aveva detto in Parlamento d'essere ignara, salvo essere di fatto smentita da un memo. La Rudd si era poi scusata, senza però placare le richieste dell'opposizione laburista di un suo passo indietro. Il governo conservatore ha tentato di fare quadrato intorno alla ministra, anche per non perdere un'altra figura di primo piano.

Il «Guardian» aveva sollevato il caso, riferendo che diversi immigrati di origine caraibica approdati nel Regno dalle ex colonie divenute indipendenti, fra il 1948 e il '71, erano stati privati in alcuni casi di diritti fondamentali di cittadinanza, come quello all'assistenza sanitaria, a dispetto degli impegni presi.

L'ondata di immigrazione dalle Antille britanniche ha portato in Gran Bretagna circa 550'000 immigrati legali, arrivati nel Regno Unito su sua espressa richiesta, poiché il Paese necessitava forza lavoro che partecipasse al suo sviluppo, nel secondo dopoguerra.

Lo scandalo ha portato alla luce decine di casi di persone incapaci di dare prova della loro cittadinanza britannica (non obbligatori nel Regno Unito carta d'identità o passaporto) e minacciati d'esplusione dall'Home Office.


Solidarietà nei confronti dei discriminati (foto: Keystone)

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