Russia

Danno per morto giornalista dissidente ma è vivo

Lo si credeva assassinato il giornalista anti-Putin, poi i servizi segreti lo 'resuscitano' per sventare un piano criminale ordinato da Mosca.

31 maggio 2018
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Era stato dato per morto il giornalista russo Arkady Babchenko, assassinio a Kiev  per i suoi trascorsi anti-Putin. I servizi segreti dell'ex repubblica sovietica hanno invece ammesso il giorno dopo di aver inscenato l’omicidio “per sventare un piano criminale, ordito da Mosca”, che aveva come obiettivo l’eliminazione del cronista, da tempo spina nel fianco del Cremlino. Nato nel 1977, il reporter di guerra era finito in ‘esilio’ a Kiev dopo essere stato oggetto in Russia di una campagna d’odio a causa delle sue posizioni polemiche contro le operazioni di Mosca in Siria e non solo.

Il colpo di teatro degli 007 di Kiev è stato orchestrato nei minimi dettagli. Nell'immediatezza di quello che fino a qualche ora fa sembrava l'ennesimo delitto ai danni di un giornalista inviso a Vladimir Putin, la polizia ucraina aveva raccontato che Babchenko era stato freddato al suo rientro a casa, con tre colpi di pistola alla schiena. Sua moglie, in bagno al momento dell'aggressione, lo aveva ritrovato nel corridoio dell'appartamento in una pozza di sangue. Il giornalista quindi era morto in ambulanza durante una disperata corsa in ospedale. Sempre gli agenti si erano affrettati a dire di aver trovato vicino al corpo agonizzante tre bossoli di proiettili calibro 9 millimetri, compatibili con una Makarov. Non un tipo d'arma qualsiasi, ma lo stesso con cui sono stati uccisi, stavolta sul serio, la giornalista Anna Politkovskaia e l’oppositore di Putin, Boris Nemtsov.  Tutto inventato a tavolino.  Tornando alla realtà dei fatti, il capo dei servizi di sicurezza ucraini, ha annunciato l’arresto della mente del piano russo per togliere di mezzo Babchenko.

"Chiedo scusa a tutti, in particolare a mia moglie per l'inferno che ha dovuto passare, ma non c'era alternativa - sono state le prime parole del cronista 'resuscitato' nel corso della conferenza stampa -. Ringrazio i servizi segreti ucrani per avermi salvato la vita". Rabbiosa la reazione di Mosca, affidata al presidente della Commissione esteri del Senato, Konstantin Kosachiov: "Una provocazione dei servizi segreti ucraini". A seguire ancora più esplicita su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri russo: "Da Kiev un'azione di propaganda". 

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