Attivato a livello federale un sito per informare e prevenire. Negli ultimi sei mesi i truffatori hanno 'incassato' 360mila franchi in bitcoin
A livello federale si è deciso di dire 'stop' ai ricatti sessuali che corrono nella rete. Da oggi, giovedì, è attivo infatti un sito web www.stop-sextortion.ch. Un portale deciso a fornire informazioni utili e a permettere di segnalare le e-mail della cosiddetta 'fake sextortion'.
L'approccio è semplice: in una e-mail dei truffatori affermano di avere accesso a computer e webcam e minacciano di pubblicare foto e video a contenuto sessuale se non viene pagato il riscatto richiesto, abitualmente in bitcoin. Questo genere di truffa, si spiega in una nota, è chiamata 'fake sextortion'. “Con questo raggiro negli ultimi sei mesi alcuni delinquenti sono riusciti a incassare illecitamente bitcoin del valore di circa 360mila franchi, nonostante le somme richieste fossero piuttosto esigue”.
Il punto, segnalano le autorità, è che fino a quando i destinatari di queste e-mail pagheranno, tale modo di procedere sarà “incoraggiato e continuerà a essere utilizzato”. L'appello è chiaro: “Aiutateci a fermare questo genere di truffa non pagando più nessun riscatto”.
Ecco perché occorre essere più informati sul 'modus operandi' dei truffatori. “La 'fake sextortion' consiste nell’indurre la vittima a credere che dei truffatori abbiano accesso alla sua webcam e che la persona sia stata filmata mentre consumava pornografia. Se l’importo richiesto in bitcoin non viene pagato entro un certo termine, i truffatori minacciano di inviare il materiale compromettente a tutti i contatti del destinatario. Per fingere che il computer sia stato compromesso, spesso indicano una password proveniente da una fuga di dati. Nella maggior parte dei casi la password è obsoleta e non viene più utilizzata”. Per essere convincenti si ricorre, però, anche al numero di cellulare. In un’altra variante la cosiddetta prova che l’account di posta elettronica è stato pregiudicato è fornita con un messaggio, apparentemente inviato dall’indirizzo dell’utente stesso. “In realtà – si svela –, in questi casi i truffatori hanno falsificato il mittente. Questo inganno è semplice e può essere messo in pratica senza grandi conoscenze informatiche”. Le e-mail ricattatorie sono inviate in diverse lingue, tra l’altro in tedesco, francese, italiano e inglese. A oggi nel mondo sono stati estorti almeno 22 milioni di dollari.
Ma non è finità qui, si avverte. “A inizio 2019 sono stati versati bitcoin per un valore di oltre 40mila franchi su un solo conto in meno di cinque giorni. Il conto è stato utilizzato in relazione a una grande ondata di 'fake sextortion' compiute in lingua tedesca”. L'esortazione è netta: “Non pagate nessun riscatto!”.
2nd "sextortion" consolidation bitcoin address. $22 Million! (I guess they are ready to retire and are cashing out). 6190 BTC https://t.co/e2gvkbJTKH
— SANS ISC (@sans_isc) 15 gennaio 2019