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IL FENOMENO

E' la stagione dei micini
I consigli su cosa fare

Un micino nato da poco: la prima regola è non fare danni
Un micino nato da poco: la prima regola è non fare danni
Un micino nato da poco: la prima regola è non fare danni
Un micino nato da poco: la prima regola è non fare danni

Sono talmente belli che verrebbe voglia di prenderli in braccio, accarezzarli e metterli subito al sicuro. Ma i micini, per crescere equilibrati e sani, hanno assoluto bisogno di stare insieme ai loro fratelli e ricevere le cure, insostituibili, di mamma gatta.

 

La primavera, soprattutto quando è precoce e mite come quest’anno, porta cucciolate in abbondanza. E può capitare, quindi, di ritrovarsi davanti una famiglia di gattini che hanno bisogno di aiuto. Ma è essenziale conoscere alcune regole per evitare di fare danni, pur con le migliori intenzioni. Ecco, dunque, qualche consiglio su come comportarsi.

 

«Se si vedono dei cuccioli da soli è essenziale accertarsi subito che ci sia la mamma nei paraggi», spiega Jessica, volontaria Lav Settore Gatti. «Magari in quel momento la gatta era intenta a spostarli, uno per uno, da un luogo pericoloso a uno più sicuro. Se si portano via i gattini la mamma potrebbe avere problemi enormi, come per esempio la mastite. E i cuccioli, se sono ancora troppo piccoli, rischiano di morire».

 

Appena nati, i piccoli sono totalmente indifesi: ciechi e parzialmente sordi, non sanno ancora regolare la temperatura corporea. Inoltre hanno bisogno di mamma gatta per eliminare i bisogni fisiologici: leccandoli, lei stimola la respirazione, la digestione e il metabolismo. Non si deve mai cedere, quindi, alla tentazione di prelevare un piccolo appena ci si accorge della sua presenza, a meno che non si trovi in una situazione di rischio oggettivo: per esempio se è in mezzo a una strada, o in un luogo frequentato da cani o predatori. Ricordando alcune precauzioni, a partire dalla distanza: «Se la gatta è selvatica è fondamentale non disturbarla e lasciarla tranquilla, per evitare che si possa stressare e abbandoni i piccoli. In questo caso è meglio contattare i volontari delle associazioni, lasciando il lavoro di recupero, messa in sicurezza e assistenza a mani più esperte. Nel caso di una gatta abituata al contatto con l’uomo, si può cercare un posto riparato e tranquillo dove possa allattare i cuccioli».

 

Una volta accertato che i mici sono al sicuro, si potrà portare del cibo per gattini e aspettare che raggiungano i due mesi di età. Lo svezzamento inizia quando i mici hanno circa 40 giorni: avranno già i denti da latte, e inizieranno a muoversi nell’ambiente imparando dalla mamma come lavarsi, cacciare, coprire i bisogni, interagire, attraverso l’osservazione e l’imitazione. In questa fase inizia l’allontanamento della gatta dal cucciolo che cerca di prendere il latte; un momento essenziale per la sua crescita e la sua autonomia. Insomma, meno si interferisce, più si aiuteranno i gattini a trasformarsi in animali equilibrati: il gioco, i graffi e i litigi sotto gli occhi vigili di mamma gatta fanno parte della loro crescita.

 

«A questo punto, quando i piccoli avranno trovato una collocazione, si farà sterilizzare la gatta. Un intervento non doloroso ma essenziale per il controllo delle nascite». E se si trova un gattino neonato da solo? «La scelta migliore è sempre quella di rivolgersi a persone esperte. In attesa di aiuto il piccolo si può collocare in un luogo riparato e asciutto, vicino a una borsa con acqua calda. Bisogna evitare di dargli da mangiare: il rischio che il latte non sia alla giusta temperatura, non venga digerito o finisca nei polmoni è altissimo». Nel caso di emergenze, o per chiedere un consiglio, si può chiamare Jessica al 3477340063. •

Silvia Allegri

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