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Il monito per la pace e il ricordo si leva ora da Conca dei Parpari

Dal cavaliere Elio Comerlati, il patriarca di Conca dei Parpari, 95 anni compiuti, arriva un monito e l’ennesimo impegno a favore della pace e della memoria: giovedì ha tolto il velo che ricopre le due nuove lapidi che ha deciso di collocare nell’area accanto alla chiesetta del Crocifisso e che da anni è consacrata alla memoria dell’anno santo del 2000, del Giubileo della misericordia del 2005 e al Giardino della memoria dove sono ricordati i caduti delle guerre del XX secolo partiti dai paesi della Lessinia. Alle 11 c’è stata la messa celebrata dal parroco di Velo don Giuseppe Comerlati, con la presenza degli alpini di Roverè, San Rocco di Piegara, Velo e Bosco Chiesanuova e poi si è proceduto allo scoprimento di due lastre di pietra poste ai due lati dell’arco: l’una dedicata ai trent’anni di guerre, distruzioni e dittatura che hanno colpito il nostro paese dal 1915 al 1945 e l’altra agli oltre 70 anni di pace che ci accompagnano fino a oggi. «Lo faccio perché le generazioni future non si dimentichino del passato», ha esordito il cavalier Comerlati, spirito e memoria ancora al massimo, sebbene costretto a confidare su due bastoni per spostarsi da un punto all’altro di quello che è ormai diventato il «sacrario della memoria». «Abbiamo guadagnato la democrazia e la libertà a caro prezzo: la mia generazione ha patito la fame, ha portato le conseguenze della Grande guerra ed è cresciuta sotto una dittatura per affrontare poi negli anni più belli della vita il dramma di un’altra guerra. A questa è seguita l’emigrazione per poter mangiare, partiti senza nessuna specializzazione, solo con la forza delle braccia e la volontà di riscattarsi. Abbiamo fatto grande il paese che ci ha ospitati e l’Italia quando abbiamo deciso di tornare a investire le nostre risorse per un futuro migliore nel nostro paese», ha aggiunto, ancora commuovendosi mentre racconta gli anni degli stenti, della fatica e della ricostruzione. Le due lapidi ricorderanno le tappe che hanno portato dalla dichiarazione di guerra del 1915 alla lotta di Liberazione e l’altra la data del 25 aprile come fine della guerra e inizio della democrazia. «Per non dimenticare tutto questo ho proposto alle associazioni patriottiche, sportive e alle parrocchie di organizzare una manifestazione commemorativa sulle strade della Lessinia che ha visto morire molti suoi figli», ha spiegato Comerlati, «e ho proposto di farla in questo luogo già conosciuto come Giardino della memoria per i tanti Caduti e gli abitanti della Lessinia che hanno onorato l’Italia nel mondo attraverso il loro lavoro di migranti». Trenta piccole piante, ciascuna con il nome di un Comune o di un’associazione dell’Altopiano, daranno vita al bosco che crescerà per ricordare questi ideali. •

V.Z.

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