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Eolico, tangenti e mafia, Siri: «Respingo le accuse, voglio essere ascoltato subito dai pm»

Di Redazione |

ROMA – «Respingo categoricamente le accuse che mi vengono rivolte. Non ho mai piegato il mio ruolo istituzionale a richieste non corrette». Lo afferma in una nota il sottosegretario Armando Siri. «Chiederò di essere ascoltato immediatamente dai magistrati e se qualcuno mi ha accusato di queste condotte ignobili non esiterò a denunziarlo», aggiunge.

Il sottosegretario Armando Siri è accusato di corruzione dalla Procura di Roma per avere nella sua «duplice veste di senatore della Repubblica e sottosegretario alle Infrastrutture» nella «qualità di pubblico ufficiale» asservito «le sue funzioni e i suoi poteri ad interessi privati», ovvero quelli della cricca siciliana dell’eolico guidata dall’imprenditore Vito Nicastri, il “re” dell’eolico ritenuto vicino ai fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro.

Una azione quella di Siri messa in atto,  per i magistrati della Capitale, «tra l’altro proponendo e concordando con gli organi apicali dei ministeri competenti per materia (Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Ministero dello Sviluppo economico, Ministero dell’Ambiente) l’inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa di rango regolamentare (Decreto interministeriale in materia di incentivazione dell’energia elettrica da fonte rinnovabile) e di iniziativa governativa di rango legislativo (Legge Mille proroghe, Legge di Stabilità, Legge di Semplificazione) ovvero proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto “mini-eolico”».

Ma Siri respinge le accuse e annuncia di non volersi dimettere: «Non ho fatto niente di male: non ho ragioni per dimettermi». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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