Alla sua prima uscita pubblica, il nuovo prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, ha presentato questo pomeriggio alla Filmoteca vaticana “La Santa Bellezza”, un programma televisivo con padre Marko Ivan Rupnik che, in onda a partire da domenica 16 settembre alle ore 20.30 su Tv2000, propone una lettura spirituale dell’arte. 

All’evento erano presenti oltre a padre Rupnik, gesuita ed artista noto in particolare per i suoi mosaici, il cardinale gesuita Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, il segretario dello stesso Dicastero, monsignor Giacomo Morandi, il superiore dei gesuiti, padre Arturo Sosa, il cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, il cardinale Angelo Becciu, nuovo prefetto della Congregazione per i Santi.

 

«È un onore essere qui in questa nuova veste di prefetto», ha esordito con una punta di emozione nella voce Paolo Ruffini, per quattro anni direttore di Tv2000 e dal 1° settembre alla guida del Dicastero vaticano per la Comunicazione. «Il progetto di questo programma di Tv2000 è nato da un interrogativo che riguarda molto il nostro tempo e che ha perso il senso della bellezza, il senso del sacro e del trascendente. Un tempo che si accontenta spesso di surrogati, di idoli. Un tempo che ha bisogno di buoni maestri per ritrovare la strada e un senso al suo consumarsi. Per questo sono grato a padre Rupnik, che è un buon maestro, un grande maestro, che abbiamo faticato un po’ a convincere per il suo carattere schivo, per aver alla fine accettato di farci da guida. Questo programma è davvero un piccolo gioiello che dice che tv e bellezza non sono inconciliabili». 

Padre Rupnik, da parte sua, ha ricordato di aver dedicato all’arte quarant’anni di studio: «Io ero sempre attratto dall’arte che come una pellicola sensibile registra la vita secondo lo Spirito Santo», ha raccontato. «L’arte è una testimonianza della vita come perfezione che nasce dall’accoglienza e non dalla conquista: un cristianesimo come conquista è passato, oltre che sbagliato, mentre chi accoglie viene cambiato».

 

Nel corso del programma, ideato da Monica Mondo, il gesuita fa una lettura spirituale dell’arte dalle prime espressioni della civiltà all’epoca moderna e dal Mausoleo di Santa Costanza in Roma, conduce lo spettatore a comprendere il linguaggio simbolico e liturgico dell'arte cristiana. Queste le opere protagoniste delle otto puntate del programma: “Il Faraone e il Buon Pastore”, “Platone o i pani e i pesci”, “Lacoonte e l’araba fenice”, “Il testamento strappato”, “Solstizio d’estate”, “Il mulino Mistico”, “La mano di Adamo”, “Il ramo di mandorlo”.

Evocate da Rupnik, le parole e le immagini si materializzano sulle pareti di Santa Costanza, con un suggestivo lavoro di grafica accompagnato da un commento musicale moderno. L’auspicio di Ruffini è che «la buona televisione quando non pretende di ergersi a idolo, possa svegliarci dal sonno in cui lei stessa ci ha confinati e farci riscoprire quello che distingue il “non luogo” dal luogo santo, il luccichio falso dell'apparenza della santa bellezza, della sostanza».

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