È un tema che non dà pace, e non concede tregua: tutti lo utilizzano per chiedersi che cosa stia capitando, nel quartiere sotto casa, nel Paese, in Europa. Quindi a nessuno viene in mente di domandarsi se esista la necessità di un primo «Festival delle migrazioni», la manifestazione pensata dalla triade teatrale Acti Teatri Indipendenti, Tedacà e AlmaTeatro e che si terrà dal 20 al 23 settembre: è benvenuta. Per svariati motivi: mette insieme luoghi particolarmente sensibili a radicate generazioni di migranti, si articola nell’area di Porta Palazzo fra San Pietro in Vincoli, Sermig, Cottolengo e Scuola Holden. Ha un merito: le tre realtà da palcoscenico non lo realizzano per farne una vetrina dei loro spettacoli - non ce n’è uno in programma - e invece si sono mosse per creare un buono scambio fra incontri, reading, concerti e spettacoli in parallelo con il Salone del Gusto e Terra Madre. E hanno scelto un sottotitolo che si racconta da solo: «Siediti vicino a me».

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Un invito semplice, senza la costruzione ideale di ponti che raccordino passato e futuro: l’inaugurazione sarà il 20 alla Holden con il concerto dell’artista italo-etiope Gabriella Germandi e il progetto «Atse Tewodros» fra musicisti italiani e etiopi sulla memoria storica. Altra voce femminile, ma del teatro, chiuderà il festival il 23 al Cottolengo: Ottavia Piccolo con l’Orchestra Multetnica di Arezzo nello spettacolo «Occident Express». Nel mezzo passerà il conviviale «Pranzo dei popoli» al Sermig (il 20 alle 12), il lavoro su musica e parole dei Cantieri Teatrali Koreja presentato a Venezia «Il naufragio» (il 21 al Sermig alle 21) e l’arrivo dello scrittore Amitav Ghosh per la conferenza «Dai cambiamenti climatici alle migrazioni globali» (alla Holden il 23 alle 17).

Ancora, per condividere con il vicino di sedia argomenti di sostanza, incontri sulle «storie di sfruttamento» (il 21 a San Pietro in Vincoli) con Yvan Sagnet, nato in Camerun e fra gli artefici della legge sul caporalato della scorsa legislatura; o su «Quelli che se ne vanno», i migranti italiani non necessariamente cervelli in fuga (il 23 in San Pietro in Vincoli).E la felice opportunità di laboratori di afro urban dance e danze rom alla Holden.

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