Il Salone di Torino è un evento che funziona e che continueremo a sostenere, anche economicamente, come è stato fatto in passato, perché l’offerta di qualità va appoggiata. La città ha degli atout a disposizione che vale la pena siano valorizzati». Così ha detto ieri il Ministro dei beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli, in una tavola rotonda sul tema della cultura al «Movifest» metropolitano di Settimo torinese. Dal Ministero non c’è quindi nessun timore sul futuro della kermesse e neanche sul cambio al vertice dopo le dimissioni di Massimo Bray. «Ho parlato con Bray - ha detto Alberto Bonisoli - mi ha spiegato che ha scelto di lasciare il suo incarico per motivi personali e gli ho fatto i miei auguri. Il tema non è volere o no il cambiamento, esserne preoccupati, ma, quando viviamo il cambiamento, vedere come cogliere al meglio le opportunità che questo ci offre». E ancora: «Sono più che sicuro che sul dopo Bray sarà fatta la scelta migliore. L’incertezza a me piace perché vuol dire che sono in atto delle nuove opportunità».

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Il lavoro per la prossima edizione del Salone va avanti, e se da un lato sembrerebbe imminente l’annuncio di Tempo di Libri di fare un passo indietro sulla manifestazione di Milano, il Ministro risponde così sulla guerra tra le due città: «E’ mai iniziata? Non mi hanno avvisato», scherza. Poi prosegue: «Ci sono proposte differenti e alternative, e sono contento che ci sia questa ricchezza». Il Salone può essere più attrattivo? «Se la città ritenesse di renderlo più attrattivo, il mio suggerimento - continua Bonisoli - è di farlo in un’ottica complessiva, tenendo conto di tutti gli elementi che compongono l’offerta e l’immagine torinese».

«Nessuna conseguenza»
Anche l’assessora alla cultura della città Francesca Leon ieri è intervenuta sul tema del Salone, assicurando che gli ultimi guai - dalle dimissioni del presidente ai problemi sui bandi e sul marchio - non avranno delle conseguenze sulla manifestazione. «Il Salone del Libro non è in dubbio. Se c’è un problema lo si affronta ma non ci si ferma di certo. Troveremo il nuovo presidente, coi tempi tecnici del bando uscito oggi, e andiamo avanti sulla strada tracciata». Sui nomi non si sbilancia, ma l’ipotesi di Carlo Ossola non le dispiacerebbe. Per l’assessora le dimissioni del presidente della Fondazione Massimo Bray non fanno comunque crollare il percorso sotto la guida di Nicola Lagioia. «Il Salone è uno degli eventi più importanti per la città e noi abbiamo il dovere di andare avanti. L’obiettivo è chiaro - aggiunge Leon - e abbiamo l’appoggio del ministero». Sul nodo del marchio l’assessora ribadisce che l’auspicio è «che torni in mano pubblica», e se Milano dovesse chiudere i battenti la responsabilità torinese sarebbe ancora più forte.

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