Un palestinese diciassettenne ha ucciso all’intersezione di Gush Etzion, in Cisgiordania, un noto attivista ebreo-americano, Ari Fuld, 45 anni. L’assalitore lo ha colpito con un coltello, e poi è stato catturato da alcuni abitanti di un vicino insediamento. I genitori del killer avevano avvertito l’Autorità palestinese che stava probabilmente per compiere un attentato, perché era sparito di casa all’improvviso, ma le forze di sicurezza non sono riuscite a intervenire in tempo.

Ari Fuld era un attivista conosciuto anche negli Stati Uniti, dove era nato prima di trasferirsi in un insediamento in Cisgiordania. Era un sostenitore degli insediamenti e sta per compiere un tour di conferenze in America, a novembre. Il giovane palestinese lo ha accoltellato dietro un centro commerciale a Etzion. Ora è agli arresti in Israele. L’attacco a Gush Etzion, già teatro di più gravi attentati con auto lanciate sui passanti, è l’ultimo della cosiddetta “Intifada dei coltelli”, che dall’ottobre del 2015 ha fatto oltre 40 vittime israeliane.

Un portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, lo ha definito una «risposta naturale ai crimini commessi da Israele nei confronti dei palestinesi». L’ambasciatore americano David Friedman ha espresso il dolore «dell’America per uno dei suoi cittadini brutalmente ucciso da un terrorista palestinese». Anche il presidente israeliano Reuven Rivlin si è unito alle condoglianze: «Nessuno ha lottato con così tanta forza contro il terrorismo come Ari, ha combattuto fino al suo ultimo istante».

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