Il cardinale Donald Wuerl, l’arcivescovo di Washington del quale alcuni sacerdoti della sua diocesi chiedono le dimissioni perché avrebbe insabbiato i casi di pedofilia in Pennsylvania, si è messo in ginocchio in segno di pentimento durante una messa dedicata alle vittime degli abusi. 

Durante la funzione celebrata venerdì nella capitale degli Stati Uniti, il porporato ha acceso anche una candela insieme a Michael Nugent, vittima di abusi da parte di un prete quando aveva 13 anni. Un «segreto» portato dentro fino all'età di 55 anni. «Devi sempre ricordare il volto di chi ha subito abusi - ha detto Wuerl - e non tralasciare mai la necessità di ammettere: “Mi scuso, mi dispiace”».

«Le nostre preghiere sono per coloro che sono stati vittime degli abusi del clero e per l’ulteriore indignazione di non aver dato una risposta adeguata» ha aggiunto ancora il cardinale 78enne, confermando ancora una volta di voler raggiungere Papa Francesco in Vaticano il prima possibile, per discutere delle sue dimissioni.

«Dobbiamo essere pronti a fare tutto ciò che è necessario, compreso farsi da parte», ha scritto invece in una nuova lettera inviata ai sacerdoti di Washington.

Le polemiche contro Wuerl si sono accese subito dopo la pubblicazione, a metà agosto, di un ampio dossier del Grand Jury che riferiva di numerosi casi di abusi sessuali su minori coperti per decenni dalla Chiesa cattolica nello stato della Pennsylvania. Oltre mille le vittime identificate e circa 300 i sacerdoti ritenuti colpevoli.

Nel rapporto, Wuerl, che è stato vescovo di Pittsburgh dal 1988 al 2006, è più volte citato come uno dei rappresentanti ecclesiastici che avrebbe contribuito a coprire gli scandali. Il suo nome compare pure nel “comunicato” dell’ex nunzio negli Usa riguardo al caso McCarrick.

Incitato dal Papa a discutere con i preti della sua diocesi sul suo futuro, durante un’udienza ultra riservata avvenuta nelle scorse settimane a Roma, il porporato ha convocato i sacerdoti il lunedì 3 settembre, nel giorno del Labor Day, chiedendo il loro parere. Il riscontro è stato un clero diviso tra chi chiede le dimissioni immediate dell’arcivescovo e chi, invece, lo incoraggia ad andare avanti. Per la rinuncia di Wuerl è partita anche una raccolta firme e non sono mancate anche alcune manifestazioni di protesta.

Il cardinale non ha mai nascosto il suo rammarico per gli errori compiuti. In una recente lettera alla diocesi si diceva preoccupato del fatto che bisognava pensare «come iniziare in modo efficace un percorso per raggiungere un nuovo livello di guarigione per i sopravvissuti che hanno sofferto così tanto, e per i fedeli che sono a noi affidati e che sono stati anch'essi feriti dalla vergogna di queste azioni terribili, e hanno dei dubbi riguardo alla capacità del loro vescovo di gestire in modo adeguato la situazione».

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