La cena di Arcore non passerà agli annali della Repubblica. E’ stata poco più che una rimpatriata, in attesa di un nuovo incontro conviviale la prossima settimana pure con Giorgia Meloni. Dunque ci vorrà ancora un po’ di tira-e-molla prima che venga sdoganata la candidatura di Marcello Foa per la presidenza Rai (da cui discenderanno a cascata una quantità di altre nomine), e siano gettate le basi delle alleanze di centrodestra per le Regioni dove si vota. Ma ci sono pochi dubbi che finirà così e tutto verrà formalizzato nero su bianco: il clima della serata, per quanto da zero a zero, è stato definito «cordiale». Al Cav premeva ristabilire un metodo di decisioni condivise e farsi garantire che la sua «roba» non verrà toccata, la Lega farà scudo alle minacce grilline di colpire Mediaset. Scontato che Salvini gli desse soddisfazione. Ma se da Matteo si aspettava un filo di rammarico per averlo tradito, e magari la promessa di tornare presto insieme, il Cav dev’essere rimasto deluso.

Pochi spiragli di futuro

Già prima di accomodarsi a cena, infatti, il vice-premier aveva messo pubblicamente in chiaro che intende governare insieme a Di Maio per tutti i prossimi cinque anni, che i Cinquestelle sono «gente seria e persone ragionevoli», dunque non è per nulla pentito di averci fatto l’accordo, anzi «lo rifarei domattina». Intervistato da Barbara D’Urso a «Domenica Live», il vice-premier aveva pure aggiunto (sorridendo) che con Silvio avrebbero guardato Cagliari-Milan; e si sarebbe recato ad Arcore, in quanto «lui ha la televisione più grossa della mia». È andata proprio così. Mentre loro guardavano il calcio, il numero due della Lega Giorgetti era nella stanza accanto a seguire l’Italvolley.

Evviva l’esperienza

Poi, chiaramente, Salvini con l’ex-premier ci sa fare. Sempre nel corso della trasmissione di Canale 5, cioè nel regno di Sua Emittenza, si era sforzato di addolcire la pillola. «I rapporti con Berlusconi sono sempre stati buoni», aveva sviolinato, «ne ho enorme stima perché è stato un grande nella politica, nel calcio, nell’editoria, nella televisione», tutto rigorosamente al passato. Certo, «gli ho detto che alcune cose, non sue ma dei parlamentari di Forza Italia, non le ho proprio capite. Per anni ci siamo impegnati sul taglio dei vitalizi, questo governo li ha fatti in due mesi, e loro hanno votato contro insieme al Pd. Comunque stasera», aveva tagliato corto, «parleremo di futuro». E per futuro Salvini intende ciò che vorrebbe fare lui: cancellare la legge Fornero, abbassare le tasse. Si aspetta da Forza Italia un aiuto fattivo.

Di Maio indifferente

Anziché preoccuparsi, guarda caso, Luigi Di Maio ha liquidato il summit con nonchalance: «Affari loro». Del resto Antonio Tajani, che era lì pure lui per la prima volta nella sua veste di vice-Silvio, non si era fatto illusioni. Pure lui, al pari di Salvini, aveva piantato in un’intervista televisiva certi paletti. I maligni (dentro Forza Italia sempre numerosi) sostengono che l’avesse fatto per stoppare sul nascere eventuali debolezze del suo capo. Sia come sia, Tajani aveva smentito qualunque ipotesi di partito unico con la Lega, in quanto «siamo troppo diversi anche se crediamo in un minimo comune denominatore». Esiste la concreta possibilità che Forza Italia presenti in futuro liste comuni con l’Udc di Lorenzo Cesa. L’intesa sembra già fatta. Ma la vera incognita «azzurra» è proprio Berlusconi. Non ha ancora deciso se correre alle prossime elezioni europee. La prospettiva di farsi surclassare da Salvini molto poco lo alletta. Tajani spera che il Cav si presenti perlomeno al Sud, dove il match sarebbe più in bilico.

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