Anzitutto c’è la solidarietà e la vicinanza al Papa nel messaggio finale dei vescovi del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) che hanno concluso ieri la loro assemblea a Poznań, in Polonia, oltre alla gratitudine per la convocazione – a febbraio 2019 – dei presidenti delle Conferenze di tutto il mondo per discutere del tema degli abusi sui minori.

I presuli, riuniti nella città polacca - in occasione del centenario dell’indipendenza del Paese - per riflettere su come applicare lo spirito di solidarietà in Europa, si soffermano su altri temi come migrazioni, famiglia, dialogo interreligioso ed ecumenico, volontariato. «La nostra missione di Pastori ci porta tra la gente e i nostri cuori accolgono il grido di tante sofferenze fisiche e morali, vicine o lontane che siano», scrivono i vescovi. 

Il fenomeno delle migrazioni è stato quindi uno degli argomenti che maggiormente ha tenuto banco nei giorni di lavoro (13-16 settembre), sviluppato «alla luce delle diversificate situazioni e delle scelte dei rispettivi governi, e alla luce del Vangelo». «Noi non siamo degli esperti di geopolitica, ma, come Pastori, siamo sul campo delle nostre comunità in ogni circostanza», premettono i membri del Ccee. «Rileviamo la grande complessità del fenomeno, ma ribadiamo, insieme al Santo Padre Francesco, che la solidarietà è la strada maestra irrinunciabile per l’affronto dei problemi nazionali, internazionali e mondiali. Essa è fatta di accoglienza, di integrazione e di ogni forma possibile. La cultura individualista, che sembra prevalere come “pensiero unico”, porta ad una visione economicista dove la solidarietà non ha casa, i più deboli sono sentiti un peso, e gli immigrati vengono percepiti come stranieri».

Nella stessa ottica, i vescovi europei parlano di volontariato, alla luce dei dei risultati di una indagine europea sul volontariato, promossa dal Ccee e svolta in questi mesi presso le Conferenze episcopali, presentato in apertura dei lavori. «Il volontariato muove milioni di cristiani in Europa e si presenta come un fenomeno corposo e capillare, capace di intercettare, con singolare dinamismo caritativo, i tanti poveri ed emarginati che sono presenti nelle nostre società opulenti». «Si tratta di un capitolo vivacissimo delle nostre Chiese che, attraverso i cristiani impegnati nel volontariato, sono in grado di essere come il buon samaritano della parabola evangelica», scrivono nel comunicato finale. E ringraziano quindi «i cristiani impegnati nel volontariato da quello organizzato a quello più spontaneo, da quello strutturato a quello più occasionale», ribadendo il loro sostegno.

Rimarcando inoltre «che l’esperienza di fede e il servizio della carità devono essere strettamente collegati per il bene di tutti e del creato», i presuli assicurano anche di «rigenerare» la propria attività pastorale per evangelizzare anche «gli ambiti delle nuove povertà: il mancato rispetto della vita, lo sfaldamento della famiglia, l’imposizione della cultura di genere, il ristringersi delle libertà, compresa quella religiosa, i migranti e i rifugiati». 

Qui si inserisce anche il tema del dialogo ecumenico e interreligioso, e comunque del dialogo civile, «tanto necessari - scrivono i partecipanti di Poznań - nella delicata stagione che vive il nostro Continente a causa di crescenti tensioni al suo interno. Anche su questo fronte i cristiani, impegnati nel volontariato, possono coltivare significative sinergie in un quadro di rinnovata solidarietà per la giustizia, la pace, e operosa sussidiarietà». Da qui l’auspicio che si possano «individuare ulteriori strade di collaborazione tra le Chiese»: «L’Europa infatti, dopo essere stata il tragico scenario delle due guerre mondiali, deve sviluppare lo spirito della reciproca comprensione e cooperazione, respirando con i suoi due polmoni cristiani – oriente e occidente – l’aria buona della solidarietà». 

Nella sessione di apertura dei lavori i vescovi hanno incontrato il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki; mentre, il pomeriggio di sabato 15 settembre, hanno ricevuto la visita del presidente, Andrzej Duda. Entrambi gli incontri hanno testimoniato i dei buoni rapporti tra Stato e Chiesa cattolica.

Nel corso dell’incontro sono stati presentati e approvati i programmi delle attività future delle Commissioni Ccee. I vescovi hanno poi ascoltato i rapporti dei rappresentanti ecclesiali che seguono l’attività delle Istituzioni europee, mostrando il loro apprezzamento per il servizio svolto dalla Comece, per quanto riguarda l’Unione Europea, e dalla Missione permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. Infine, venerdì 14 settembre, i presidenti delle Conferenze episcopali hanno eletto don Martin Michalíček Segretario Generale del Ccee per un mandato quinquennale (2018-2022).

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