Papa Francesco celebra le «nozze d’argento» dei suoi viaggi apostolici internazionali con la imminente trasferta - la venticinquesima, appunto - che lo vedrà impegnato dai prossimi 22-25 settembre nei Paesi Baltici, Lituania, Lettonia ed Estonia, che celebrano il centenario della loro indipendenza. Il portavoce vaticano Greg Burke ha aperto con questa battuta il briefing di presentazione, in Sala Stampa vaticana, del pellegrinaggio del Pontefice che, con le tre nazioni, arriva a 39 Paesi visitati dall’inizio del suo pontificato. 

Bergoglio riavvolge dunque il filo della storia, recandosi - per lui è la prima volta - nelle repubbliche baltiche che venticinque anni fa furono segnate dalla visita di Giovanni Paolo II, venuto ad incoraggiare Chiese reduci da sofferenze e persecuzioni della dominazione sovietica. Se la presenza del Papa all’epoca voleva essere quasi un simbolo della rivincita della fede cristiana sull’ideologia atea comunista, con Francesco la trasferta non vuole assumere contorni politici e geopolitici ma, piuttosto, un significato profondamente religioso che si muove sulle direttrici dell’ecumenismo e della devozione popolare, senza tuttavia dimenticare i grandi e tristi eventi che hanno marcato la storia di questi territori.

E così nel programma del viaggio del Pontefice argentino, oltre alle consuete visite di cortesia ai presidenti, i discorsi alle autorità, gli appuntamenti con i giovani, ciò che maggiormente spiccano sono i due incontri a Vilnius e Riga con i rappresentanti delle altre confessioni (la maggior parte luterani, pochissimi gli ortodossi) e i momenti di preghiera nei santuari mariani della Mater Misericordiae e di Aglona, entrambe devozioni fortemente radicate nella popolazioni lituana e lettone. 

Suggestiva anche la tappa di Bergoglio al ghetto di Vilnius, la domenica del 23 settembre, nello stesso giorno in cui 75 anni prima le forze naziste completarono il definitivo “svuotamento” di ogni presenza ebraica e distrussero il quartiere. Lì il Papa sosterà in preghiera silenziosa davanti al monumento che commemora le vittime di quell’orrore. Una rappresentanza della comunità ebraica, insieme alla presidente Dalia Grybauskaitė, accompagnerà il Papa in questa visita, che, ha spiegato Burke, è stata aggiunta successivamente al programma ufficiale perché «ci siamo resi conto che sarebbe stata una grave mancanza non farla», soprattutto considerando la coincidenza della data. 

Prima del ghetto, Francesco si recherà al vicino Museo dell’Occupazione e della Lotta per la Libertà, un tempo edificio del Kgb, dove visiterà la stanza in cui furono incarcerati, torturati e martirizzati numerosi sacerdoti e vescovi - non solo cattolici ma anche luterani - per alcuni dei quali è in corso la causa di beatificazione. Tra questi anche il vescovo Teofilus Matulionis, il primo martire lituano beatificato il 25 giugno 2018. In una delle due celle il Papa accenderà anche una candela.

Più nel dettaglio, il programma ufficiale prevede che Francesco arrivi alle 11.30 di sabato 22 settembre nell’aeroporto di Vilnius, dove si terrà la cerimonia di accoglienza. Subito dopo si recherà nel Palazzo presidenziale per la “visita di cortesia” alla presidente Grybauskaitė e l’incontro con le autorità e il Corpo diplomatico, occasione del primo discorso. Seguirà il pranzo privato in nunziatura e una breve pausa di riposo. Nel pomeriggio, Francesco si trasferirà al santuario Mater Misericordiae, situato presso la “Porta dell’aurora”, dove pregherà e deporrà un omaggio floreale alla effigie della Vergine rappresentata nell’atto di stringere al cuore i peccatori, la cui devozione risale al XVII secolo. Lungo la strada il Papa, ha spiegato Burke, «saluterà i bambini orfani e le famiglie che li accolgono», poi terrà un discorso breve subito dopo il canto d’ingresso e prima della preghiera del Rosario.

Dall’atmosfera mistica del santuario, Papa Francesco passerà alla festa di canti e danze preparata dai giovani, alle 17.30, nel piazzale antistante il luogo di culto. A seguire la visita privata in cattedrale: anche lì un momento di preghiera personale, durante il quale il Papa porterà dei fiori alla Madonna di Siberia e pregherà per tutti i deportati. Nella cappella del Santissimo saranno presenti alcuni sacerdoti anziani impossibilitati a partecipare il giorno dopo all’incontro con il clero a Kaunas.

È in questa diocesi che il Pontefice trascorrerà quasi tutta la giornata del 23 settembre, che inizierà con la messa e l’Angelus celebrati nel Parco Santakos, e proseguirà con il pranzo con i vescovi lituani in Curia e, appunto, l’incontro in cattedrale con sacerdoti, religiosi, consacrati, seminaristi, ai quali rivolgerà un discorso. In elicottero Francesco tornerà a Vilnius, nella cui nunziatura risiederà per tutti i giorni del viaggio («per motivi logistici abbiamo visto che è meglio che il Papa rimanga in un unico posto», ha spiegato il portavoce Burke). Prima ci sarà la già citata tappa al Museo delle occupazioni e al ghetto; la sera, invece, l’incontro con i gesuiti di Lituania e Lettonia. 

Da Vilnius Francesco partirà la mattina seguente, 24 settembre, per Riga. La cerimonia di benvenuto sarà nel cortile del Palazzo presidenziale, seguita dalla visita di cortesia al presidente Raimonds Vējonis e dal discorso alle autorità e al Corpo diplomatico. Il Papa sarà poi al Museo della libertà per una cerimonia e la deposizione di fiori, con alcune famiglie che lo saluteranno, e poco dopo al “Rigas Doms” per l’incontro ecumenico alla presenza di dieci capi delle principali denominazioni religiose. Previsto anche un momento di preghiera davanti alla tomba di San Bernardo. 

Nella cattedrale cattolica di San Giacomo, Francesco vedrà invece i sacerdoti anziani, mentre consumerà il pranzo con i sei vescovi della Conferenza episcopale lettone nella Casa Santa Famiglia. Seguirà il trasferimento in elicottero ad Aglona per celebrare, alle 16.30, la messa nell’area del santuario della Madre di Dio, «luogo venerato in tuta la Lettonia, sia cattolica sia luterana», ha sottolineato Burke. 

Da Riga il Papa si trasferirà a Vilnius per la notte e poi, la mattina dopo, a Tallin, capitale dell’Estonia, per l’ultimo giorno di viaggio. Il programma del mattino prevede gli incontri con le istituzioni e il primo discorso del Papa che, sempre prima di pranzo, sarà nella chiesa luterana di San Carlo per un appuntamento ecumenico dedicato principalmente ai giovani. Due di loro, un cattolico e un luterano, rivolgeranno al Papa le loro domande, e interverrà per un saluto anche l’amministratore apostolico Philippe Jean-Charles Jourdan (l’Estonia non ha infatti un vescovo considerando anche l’esigua presenza dei cattolici: cinquemila fedeli, su una popolazione di 1,3 milioni di persone, il 75% dei quali si dichiara non credente).

Il pranzo papale si terrà nel convento delle suore Brigidine in Pirita. Il pomeriggio registrerà due importanti appuntamenti: l’incontro nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo con gli assistiti dalle Suore di Madre Teresa e dalla Caritas, perlopiù persone con problemi di alcol e droga e ragazze madri, e la messa sulla piazza della Libertà, atto conclusivo della visita apostolica nei Paesi baltici. 

Nel seguito papale ci saranno il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, l’assessore alla Segreteria di Stato, monsignor Paolo Borgia, e, per la prima volta il prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini. Come dipendente laico è stato scelto un cuoco della cucina della Gendarmeria. Sono quindici i discorsi previsti del Pontefice, tutti in italiano: sette in Lituania, quattro in Lettonia, quattro in Estonia.

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