Cresce in Germania lo sconcerto dell’opinione pubblica di fronte ai dati diffusi nei giorni scorsi dai media e contenuti nel “Rapporto sugli abusi nei confronti dei minori compiuti dal clero cattolico”, frutto del gruppo di lavoro istituito quattro anni fa dalla Conferenza episcopale tedesca per la protezione dei bambini e dei giovani guidato dal vescovo di Treviri, Stephan Ackermann, con partecipazione di tutte le 27 diocesi tedesche, allo scopo di affrontare e azzerare i problemi di abuso sessuale all’interno della Chiesa.

Una prima risposta è venuta dal presidente dei vescovi tedeschi, il cardinale Reinhard Marx, in occasione delle celebrazioni per il 50° anniversario della morte del fondatore del Movimento apostolico di Schönstatt, il prete della Società dell’Apostolato cattolico, i cui membri vengono comunemente chiamati «pallottini», Peter Josef Kentenich già internato nel campo di Dachau e di cui è in corso la causa di beatificazione.

«Siamo tutti profondamente colpiti, sconvolti e ci vergogniamo per la realtà degli abusi sessuali compiuti sui minori all’interno della Chiesa cattolica» ha detto l’Arcivescovo di Monaco di Baviera nel corso della Messa cui partecipava più di un migliaio di fedeli.

«La Chiesa ha sempre attraversato alti e bassi. In questi giorni siamo costretti a rivolgere lo sguardo ai lati più oscuri di ciò che è accaduto e sta accadendo nella Chiesa», ha dichiarato riferendosi a una profonda ferita venuta alla luce nel 2002, esplosa in maniera drammatica nel 2010 e che ora non si è ancora rimarginata.

«Siamo dalla parte delle vittime degli abusi – ha detto Marx con toni particolarmente forti - questo è il nostro impegno che perdura nel tempo. Rappresenta per tutti un autentico shock venire a conoscenza che bambini e adolescenti che si sono fidati dei preti siano stati feriti con una sofferenza davvero inimmaginabile. Dio ci guarda, soffre insieme alle vittime per quei crimini che i preti - gli uomini che avevano deciso di seguire Dio! - perpetuavano nei confronti dei minori. Dio soffre per ciò che abbiamo trascurato, per aver distolto lo sguardo, per non aver voluto ammettere i fatti. Eppure Dio ci guarda nel volto delle persone colpite, le vittime, quanti sono stati feriti. Per questo motivo è più che mai necessario da parte della nostra Chiesa imboccare una strada nuova sia nei confronti delle vittime che di Dio Padre: dobbiamo ripartire da qui e interrogarci su quali potranno essere le conseguenze».

Nella sua veste di Presidente della Conferenza episcopale tedesca ha poi anticipato che il Rapporto sarà all’ordine del giorno della prossima assemblea plenaria che si svolgerà a Fulda dal 24 al 27 settembre per trarne le opportune conseguenze.

E riferendosi all’anniversario celebrato a Schoenstatt, espressamente voluto all’insegna della misericordia di Dio: «Abbiamo bisogno della Sua misericordia per rinnovare il dono della fede. Abbiamo anche bisogno di compassione per la verità su ciò che è accaduto nella nostra comunità ecclesiale, attraverso la mancanza di attenzione, di sensibilità, di carità. Pertanto, la Chiesa chiede la misericordia di Dio per la Chiesa e per tutti gli uomini».

Il Cardinale ha preso spunto dalla figura di Kentenich, «un prete dalla voce profetica che ha saputo leggere il suo tempo e anticipare alcune scelte del Concilio»: «Questa deve essere anche la nostra missione oggi, dobbiamo saper riconoscere i segni dei tempi e orientare lo sguardo verso il nuovo». Schoenstatt, con la sua Cappella della Misericordia frequentata ogni anno da migliaia di pellegrini, rappresenta da decenni «un luogo che ispira e incoraggia, un luogo dove puoi ascoltare ciò che lo Spirito chiede»: ricordando uno dei punti cardine del pontificato di papa Francesco il Cardinale ha ribadito che «siamo tutti inclusi nella comunione della Chiesa, siamo Chiesa popolo».

Lo Spirito è sempre al lavoro, dobbiamo prestargli attenzione e ascoltare quello che ci dice in questo momento. Dobbiamo trovare il coraggio per andare avanti con modalità nuove: «Che cosa vuole dirci Dio in questo tempo, qual è la missione che intende affidarci? Non possiamo non pensarci, abbiamo bisogno di attenzione, tanta attenzione per vedere cosa accade, sì anche il negativo. Non dobbiamo voltarci dall’altra parte e questo vale per tutti, a partire dai responsabili della Chiesa» ha quasi gridato Marx rivolgendosi ai fedeli profondamente colpiti dal suo tono deciso.

 

Ogni nuova partenza ha sempre qualcosa a che fare con una svolta, ha proseguito il Presule ammettendo che quella che si prospetta «non sarà una passeggiata», ma sarà inevitabile interrogarsi a fondo su come ci si può pensare come Chiesa nel futuro, senza dimenticare il passato, la tradizione, la via tracciata nei secoli. «Cerchiamo però innanzitutto di prestare attenzione a quello che succede adesso, ciò che possiamo fare, osare e rischiare».

«Padre Kentenich (a lungo osteggiato e poi incarcerato dai nazisti, ndr) ha rischiato tutto questo nel corso della sua vita. Personalmente avverto sempre la Cappella della Misericordia come fonte di incoraggiamento e forza: chiediamo qui la forza per ripartire con decisione e vigilanza» ha concluso Marx con un riferimento personale.

Sul tema della difesa dei più deboli il Cardinale è tornato anche ieri con un messaggio di saluto ai partecipanti della «Marcia per la vita» che si terrà sabato prossimo a Berlino, secondo una tradizione, promossa in maniera congiunta dalle Chiese cattolica e luterana, che dura da quasi 25 anni. «Ogni persona, non ancora nata o già nata, anziana, ammalata, portatrice di handicap o in salute, è sempre una creatura a immagine di Dio e come tale è da Lui incondizionatamente accettata e amata e di questo dobbiamo esserne consapevoli e agire di conseguenza».

In vista della Conferenza stampa prevista per il prossimo 25 settembre per presentare ufficialmente il Rapporto, la Chiesa tedesca, per bocca del suo portavoce, Matthias Kopp, ha rilanciato una speciale linea telefonica verde e un sito web (hilfe-nach-missbrauch.de) per denunciare gli abusi con la garanzia della massima riservatezza.

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