È stato arrestato monsignor Franco Mulakkal, il vescovo cattolico indiano accusato da una suora di averla ripetutamente stuprata. Lo ha annunciato l’agenzia indiana Pti, citando un funzionario della polizia, sottolineando che l’arresto è scattato dopo gli interrogatori della Squadra investigativa speciale della polizia del Kerala e a ventiquattrore dal provvedimento di Papa Francesco che aveva temporaneamente sollevato il presule dal suo incarico nella diocesi di Jullunbur, nominando al suo posto un amministratore apostolico.

Il caso, scoppiato nel luglio scorso, ha suscitato diverse proteste e polemiche soprattutto per la presunta inadempienza da parte delle autorità civili e religiose. La suora - la cui identità non è mai stata rivelata - aveva infatti accusato a inizio estate il vescovo Mullakal di averla stuprata 13 volte in un ostello tra il 2014 e il 2016, ma la polizia non ha avviato alcuna indagine né sottoposto l’uomo ad alcun interrogatorio sino a settembre.

Cinque religiose, fatto raro nella Chiesa cattolica indiana, e decine di manifestanti avevano organizzato proteste in Kerala, dove vive la maggior comunità cristiana dell’India. Un gruppo di attivisti e organizzazioni della società civile di Mumbai, nello stato indiano del Maharashtra, sono calati in Kerala per rafforzare il fronte di denuncia al grido di #ChurchToo, che dilaga anche sui social media.

Da parte sua la Chiesa cattolica indiana ha confermato che il Vaticano sta esaminando le accuse sollevate contro il vescovo e ha già avviato un’indagine ufficiale. Mulakkal continua a respingere ogni accusa. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, il vescovo è stato ricoverato in ospedale in seguito ad un malore successivo all’interrogatorio che ha convalidato il fermo. Accusando un dolore al petto, il presule è stato trasportato al Kottayam Medical Hospital per sottoporsi ad accertamenti medici. L’équipe che lo ha preso in cura ha dichiarato che ha avuto un attacco d’ipertensione.

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