Lettere, risposte, ordini di chiusura, spaesamento: cosa sta accadendo intorno al Camillianum, l’Istituto internazionale di teologia pastorale sanitaria incorporato nell’Università pontificia lateranense? L’ambiente intorno al centro di ricerca è scosso da una battaglia sotterranea e silenziosa, ma non per questo meno virulenta.

Da una parte c’è il superiore generale dei Camilliani, padre Leocir Pessini, che ha deciso di punto in bianco di cancellare l’istituto; dall’altro chi lavora nell’ente, che sta facendo di tutto per cercare di tenerlo in piedi. In mezzo gli studenti, già iscritti o che avevano l’intenzione di iscriversi, che vivono nell’incertezza.

La decisione di chiudere

Tutto ha inizio in luglio quando il superiore generale, dopo aver avvertito la Congregazione per l’educazione cattolica, comunica al Camillianum alcune direttive perentorie: stop a qualsiasi nuovo contratto di collaborazione con eventuali dipendenti, sospensione di ogni acquisto di libri o riviste per la biblioteca, interruzione nelle pubblicazioni della rivista “Camillianum”, cancellazione di qualunque convegno, congresso, meeting di studio se non previamente autorizzato, interruzione di qualunque forma di partnership con altri istituti o università.

Dietro alla drastica decisione non c’è all’apparenza alcuna motivazione. Mai, neppure nell’ultimo consiglio d’istituto avvenuto a metà giugno, è stata prospettata una qualche difficoltà dell’istituto o si è discusso di una tale soluzione. Per chi lavora al Camillianum, 40 persone tra docenti e personale amministrativo, è una doccia fredda. L’istituto, incorporato nella Lateranense dal 2012, di fatto sparisce. L’ipotesi formulata dall’ordine, una cessione globale ad altre università o istituti accademici pontifici, è una speranza fumosa, che per ora non sembra aver trovato alcuna concretezza. A chi andranno i 57.000 volumi della biblioteca, le 357 riviste e i 400 audiovisivi di carattere teologico e sanitario? Come continuerà l’attività di ricerca dell’istituto? Ma soprattutto, che fine faranno gli studenti già iscritti?

Il destino degli studenti

Per ora c’è solo un’indicazione: coloro che sono iscritti al ciclo della licenza potranno terminare il loro percorso entro l’anno, chi segue il dottorato invece potrà proseguire d’accordo con l’università incorporante. Non si potranno accettare nuove iscrizioni. Il metodo, tuttavia, non è dei più ortodossi. La chiusura di un ente di questo genere, di solito, avviene con ampio preavviso, verso novembre dell’anno scolastico precedente, in modo da non violare i diritti di studenti e docenti dell’istituto. Qui cade un fulmine a ciel sereno, in pieno periodo estivo. Alcuni degli oltre cento studenti sono già sul piede di guerra e minacciano ricorsi.

È la parola fine per il centro di teologia? Davvero dopo 33 anni sparirà l’unico ateneo

che si occupa di pastorale sanitaria, uno dei centri dialoganti con altre religioni e laici che più sembrano adattarsi ai nuovi dettami di papa Francesco?

Qualcuno cerca di resistere. Non è stato cancellato il convegno “La vulnerabilità non deve rimanere senza cura”, organizzato proprio dal Camillianum e dall’Università cattolica di Murcia, previsto per domani e mercoledì. Se dall’Ordine dei Camilliani i termini sono definitivi, l’istituto nutre ancora speranze. Per ora non ha ricevuto alcun decreto da parte del cancelliere generale della Lateranense e dalla Congregazione per l’educazione cattolica. Gli unici, a quanto pare, ad avere l’ultima parola.

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