Celebrata al cimitero monumentale di Torino oggi pomeriggio, martedì 25 settembre, la cerimonia funebre di Ugo Berga, tra i più noti partigiani legati alla Resistenza in Val di Susa, morto sabato sera all'età di 96 anni.

Originario di Casale, poi vissuto per anni a Torino con la famiglia in borgo San Paolo, Berga divenne commissario politico e partigiano combattente della 106esima Brigata Garibaldi nel periodo più difficile della nostra storia nazionale, ma non smise nemmeno in seguito di impegnarsi in battaglie civili e politiche, come dimostra la sua dichiarata appartenenza al movimento No-Tav.

Nel dopoguerra Berga si trasferì a Mattie, sulle alture della Valle sopra Susa e Bussoleno, per mantenere il legame con le montagne da cui aveva combattuto il regime nazifascista. In queste ore è proprio il direttivo dell'Anpi bussolenese a testimoniare, insieme ad altri, la sua figura di «colonna fondamentale del nostro crescere, dentro e fuori la piccola sezione«. Oltre che presenza costante nell'Anpi, da tempo il partigiano di Mattie era presidente onorario del Valsusa Filmfest, manifestazione di riferimento sul territorio per il recupero e il mantenimento della memoria storica.

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Per ricordare il suo ruolo nella nostra storia più o meno recente, Claudio Giorno sabato sera ha affidato ai social network una lunga lettera di addio all'amico nato il 24 gennaio del 1922: «"Poche ore fa è mancato Ugo Berga: un fine intellettuale, un amico. Una lunga vita attraversata con coraggio senza compromessi» scrive l'esponente del direttivo del Filmfest.

Di lui Giorno ricorda le origini: «Cresciuto con la nonna Consolina e le sorelle della madre, della grande famiglia Montagnana. La zia Rita Montagnana è stata moglie di Palmiro Togliatti, deputata e senatrice del Pci, dirigente di rilievo dell'Unione Donne Italiane. Ebrei e quasi tutti comunisti». E poi la militanza: «La fiera indipendenza di giudizio su tutto quanto valeva una presa di posizione, e soprattutto autenticamente laico. No-Tav dichiarato e fiero. Ugo viene descritto da Ada Marchesini Gobetti nel Diario Partigiano come il ragazzo dai capelli rossi, il commissario politico che agiva sulle montagne della Valle di Susa». Quella Valle che oggi gli ha detto addio.

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