Il Movimento Cinque Stelle chiede di portare l’asticella del deficit fino al 2,4% del Pil e la Lega sta valutando se convergere, o meno, sulla richiesta da avanzare al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in vista del Cdm che domani dovrebbe varare la Nota di aggiornamento al Def. Fonti M5S fanno sapere che l’accordo sarebbe stato già raggiunto, anche se in ambienti governativi vicini alla Lega si tiene invece a sottolineare che si sta ancora discutendo. Al momento sarebbero 2 le ipotesi che vedrebbero impegnato Conte nel tentativo di mediare. La prima prevedrebbe l’1,9% con il recupero di qualche altro decimale nella manovra;la seconda fisserebbe il deficit poco sopra il 2 ma con una quota importante in investimenti.

I Cinque Stelle insistono sulla Fornero, resistenze di Tria

Ci sono anche altri nodi da sciogliere. Non solo reddito di cittadinanza ma anche la riforma della Fornero e le pensioni di cittadinanza, per il M5S, sono conditio sine qua non per l’ok alla manovra. È quanto - si apprende da fonti del M5S - è emerso durante il vertice di Luigi Di Maio con i ministri del Movimento. Sul superamento della Fornero, ci sarebbe una forte resistenza da parte del titolare del Mef Giovanni Tria. Ma, per il M5S, nella manovra va inserita anche questa misura, punto chiave del programma pentastellato e del contratto di governo.

Per il M5S, serve una manovra con «dentro tutto». Bisogna subito dare un segnale forte agli italiani sul fatto che quello in carica è un vero governo del cambiamento, è il messaggio emerso dalla riunione di ieri sera durante la quale Di Maio ha spiegato come, sul Def ci sarà la massima attenzione e, dalle cifre, gli italiani capiranno subito se sono stati presi in giro o il governo farà sul serio. E, è il messaggio che Di Maio ha recapitato ai ministri pentastellati secondo quanto raccontano fonti del Movimento, «io faccio assolutamente sul serio». Nell’apparato dello Stato «ci sono tanti tecnocrati» collocati lì dai partiti «una zavorra del vecchio sistema di cui dobbiamo liberarci», ha poi affermato in un video su Facebook Di Maio.

Tria resiste al pressing: ho giurato sulla nazione

«Ho giurato nell’esclusivo interesse della nazione e non di altri». È un messaggio chiarissimo quello del ministro dell’Economia Giovanni Tria, che al convegno di Confcommercio a Roma si rivolge in modo indiretto ai suoi colleghi di governo, soprattutto dei Cinque Stelle.

Domani infatti è attesa la Nota di aggiornamento al Def, dove sarà inserito il deficit concordato e su cui continua la trattativa all’interno dell’esecutivo, con il M5S che spinge per salire vertiginosamente sopra al 2% e il ministro Tria che invece punta a restare intorno al 1,8-1,9%, rispettando così i parametri europei e facendo scendere seppur di poco il debito pubblico.

“Ognuno può avere la sua visione - aggiunge Tria che resiste al pressing dei grillini - ma in scienza e coscienza bisogna interpretare bene questo mandato”. In pratica il ministro fa capire che è impossibile strappare ulteriori margini di deficit - come Luigi Di Maio chiede - anche perché con un debito pubblico come il nostro, il peggiore in Ue dopo la Grecia, si mettono a rischio i conti e la fiducia nel nostro sistema economico, sia da parte degli investitori che dei consumatori. “Sarà una manovra di crescita, non di austerity - assicura - ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito. Bisogna continuare nella riduzione del rapporto debito Pil”.

Tria comunque, davanti alla platea dei commercianti, assicura che non ci saranno aumenti dell’Iva, che ci sarà l’aliquota al 15% sui ricavi fino ai 65 mila euro per autonomi e piccole imprese e che sull’Irpef si interverrà nella prossima Finanziaria. Nella manovra ci sarà anche il Reddito di cittadinanza, “al di là delle etichette”: la misura infatti si sta sempre più avvicinando al Rei voluto dal precedente governo, che sarebbe così esteso.

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