Il decreto Genova si appresta a salire, con grande fatica, al Colle. A dodici giorni dal varo in consiglio dei ministri (con la formula “salvo intese”), il provvedimento è infatti rimasto bloccato al Tesoro, rallentato da una situazione di caos sulle coperture. Lo scoglio però sembrerebbe ora superato: Palazzo Chigi assicura infatti che il decreto sta per essere inviato al Quirinale.

Le rassicurazioni di Di Maio in mattinata

E in prima mattinata è Di Maio a confermare, in un’intervista radiofonica. «In giornata il decreto va al Quirinale, deve andare al Quirinale. È stato scritto tanti giorni fa ed è pronto» ha detto il vicepremier - È stata data una interpretazione che il ministero dell’Economia voleva fermarlo, in realtà entro stanotte la ragioneria dovrebbe bollinarlo».

Di Maio: “Autostrade non metterà una pietra”

Il decreto Genova prevede norme per una rapida ricostruzione del ponte «senza dare la possibilità di dare ad autostrade di mettere una pietra». Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio a Radio Capital alla trasmissione Circo Massimo, spiegando che in base alla relazione finale degli ispettori Autostrade doveva fare molte cose che non ha fatto. «Quella relazione ci apre una prateria per revocare la concessione. In quella relazione c’è scritto che autostrade aveva la responsabilità Ed è stata la responsabile per la distruzione del ponte».

Di Maio: “Nomina del commissario subito dopo la pubblicazione”

Il commissario per la ricostruzione del ponte di Genova «sarà nominato subito dopo che il decreto sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale”. IL nome? «Ci stiamo lavorando e lo saprete a brevissimo». Così il vicepremier Luigi Di Maio a Radio Capital alla trasmissione Circo Massimo spiegando che il nuovo commissario «avrà tutti i poteri per chiamare l’azienda migliore e fare il prima possibile». Ci sarà una «procedura d’emergenza che non prevede massimi ribassi, cioè procedure che portano a preferire il risparmio di denaro rispetto alla qualità dei lavori». Di Maio non ha nascosto di preferire un’azienda di Stato: «Fincantieri potrebbe essere una buona opzione».

Oggi il question time con Di Maio e Toninelli

Si svolgerà oggi - alle 15.15 - il “question time” trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall’Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli, risponderà ad una interrogazione sulle modalità per pervenire alla revoca della concessione dell’autostrada A10 (Genova-Ventimiglia) e in ordine alla scelta dei soggetti cui affidare la ricostruzione del ponte Morandi a Genova (Lupi e Colucci - Misto - Noi con l’Italia - USEI). Il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e turismo, Gian Marco Centinaio, risponderà ad una interrogazione sulle iniziative volte a prevenire la diffusione della peste suina africana sul territorio nazionale, anche al fine di favorire le attività di contenimento delle specie selvatiche, in particolare dei cinghiali (Golinelli - Lega). Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, risponderà a interrogazioni sulle iniziative volte a garantire la continuità nell’erogazione dei sussidi di disoccupazione di cui all’articolo 4 del decreto legislativo n. 148 del 2015 (Epifani e Fornaro - LEU); sulle iniziative normative in merito al periodo transitorio relativo alla nuova normativa dei contratti a termine (Gribaudo - PD); sulle iniziative a favore dei lavoratori dello stabilimento di Figline Valdarno (Firenze) del gruppo Bekaert, anche con riferimento alla reintroduzione del ricorso alla cassa integrazione per cessazione (Mugnai e Gelmini -FI); sulle iniziative per rafforzare il contrasto alla contraffazione e per la tutela dei prodotti nazionali (Paxia - M5S); sulla disciplina dell’apertura degli esercizi commerciali nei giorni festivi (Lollobrigida - FdI).

Il sottosegretario Rixi: «Spero che nessuno stia facendo ritorsioni»

«C’è l’intesa tra le forze politiche, e la presidenza del Consiglio si è esposta. Ho parlato con Di Maio, con Salvini, con Toninelli, con Giorgetti. Sul merito siamo tutti d’accordo, l’intesa c’è e questo ritardo non è accettabile. Punto. Mi auguro che nessuno all’interno dello Stato utilizzi le sue posizioni per ritorsioni o altro». Il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi si schiera con Palazzo Chigi, «perché sono sicuro che il problema non è lì e non è al ministero delle Infrastrutture, che ha lavorato in tempi rapidi e rispettando le considerazioni degli enti locali».

Il “giallo” delle coperture e la tensione politica

Una situazione che non può non alimentare le polemiche, con il presidente della Liguria Giovanni Toti che a questo punto vede più opportuno ritirare il dl e ricominciare. In questo clima confuso, arriva intanto l’atto d’accusa della Commissione ispettiva del Mit contro Autostrade: la società sapeva del degrado ma non è intervenuta. Accuse che la concessionaria rigetta al mittente: sono solo «mere ipotesi». È da giorni che il Governo assicura l’arrivo imminente del decreto per Genova: venerdì il ministro delle infrastrutture Toninelli lo dava per «pronto» con la pubblicazione in Gazzetta nelle «prossime ore»; sabato fonti del Governo parlavano di «stesura nella fase finale» e nelle «prossime ore» al Colle; ieri lo stesso premier Giuseppe Conte aspettava «i riscontri del Mef» e confidava di inviarlo già oggi al Quirinale.

La spiegazione del Mef

Nel corso della giornata convulsa, si è capito il perché del ritardo. Il provvedimento è infatti arrivato al Tesoro «senza alcuna indicazione degli oneri e delle relative coperture» e «in una versione molto incompleta», spiegano fonti Mef, assicurando che i tecnici della Ragioneria generale dello Stato stanno «lavorando attivamente per valutare le quantificazioni dei costi e individuare le possibili coperture». I tecnici della Ragioneria ci lavoreranno tutta la notte e la bollinatura è attesa «nelle prossime ore (stanotte o domani mattina)», dopodichè ci sarà la trasmissione al Quirinale, spiegano le stesse fonti Mef.

I dubbi di Toti

Una situazione che però alimenta dubbi e preoccupa le istituzioni locali, con il Governatore ligure Toti che si chiede «se non sia più opportuno il ritiro del Decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche». Il caos sul decreto, che Genova aspetta da oltre 40 giorni, ha intanto sovrastato il duro scontro fra la Commissione istituita dal Mit e Autostrade. La Commissione, istituita per fare luce sul crollo del ponte di Genova, ha reso pubblica infatti la sua relazione conclusiva con le ipotesi sul crollo (la causa va ricercata non tanto la rottura di uno o più stralli, quanto in quella di uno dei restanti elementi strutturali) e dure accuse contro Autostrade.

La procedura di controllo

La società, pur a conoscenza di un «accentuato degrado» del viadotto Polcevera - secondo la relazione - non è intervenuta e non ha adottato alcuna misura precauzionale a tutela dell’utenza. La Commissione, che accusa Autostrade di aver minimizzato e celato, svela inoltre che il documento sulla valutazione di sicurezza «non esiste» perché quella valutazione non è stata eseguita. Nel mirino anche la procedura di controllo della sicurezza strutturale delle opere, che «è stata in passato, ed è tuttora inadatta al fine di prevenire i crolli e del tutto insufficiente per la stima di sicurezza nei confronti del collasso». Accuse da cui risponde la società («non possono che ritenersi mere ipotesi ancora integralmente da verificare e da dimostrare»), replicando punto su punto: la valutazione sulla sicurezza non era prescritta nella zona in cui è caduto il ponte; il sistema di controllo è «totalmente conforme» alla legge e non è mai stato oggetto di rilievi da parte del Ministero; non c’erano condizioni di rischio che giustificassero di chiudere il ponte al traffico.

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